Foreign fighters: ecco cosa vuole fare il Viminale

Allerta massima, potenziamento della sorveglianza e misure speciali, ritiro del passaporto per i “sospetti”, revocato il taglio del numero di soldati impiegati nelle strade. Sono queste alcune decisioni che saranno prese in Italia dal Viminale, dopo l’assalto armato in Francia alla alla redazione di Charlie Hebdo costato la vita a dodici persone. Una serie di norme antiterrorismo saranno introdotte nel prossimo Consiglio dei ministri, compresa una legge contro la minaccia dei “foreign fighters“. Ma non solo: come spiega il “Corriere della Sera“, di fronte al rischio di potenziali tentativi di emulazione, la scelta del Ministero dell’Interno sarà quella di attenuare, in alcuni casi particolari, la legge sulla privacy, permettendo alle forze di polizia di accedere ai dati sensibili.

 

Photocredit:  Mauro Donzelli
Photocredit: Mauro Donzelli

 

CHARLIE HEBDO, IN ITALIA SI TEMONO GESTI DI EMULAZIONE – L’allarme è alto anche nel nostro Paese, anche perché la prevenzione è complicata, così come la possibilità di individuare i possibili obiettivi di attacchi:

«Vero che l’attentato di Parigi appare pianificato da tempo e organizzato con tecnica militare, ma l’appello dei terroristi che si trovano in Iraq e in Siria — trasmesso attraverso video e messaggi su televisioni e Internet — ai combattenti in Occidente è quello di «uccidere gli infedeli, entrare in azione dove e come si può» e quindi «investire, sparare, decapitare» perché «la jihad è un dovere». È la «sfida senza precedenti» di cui parla il ministro dell’Interno Angelino Alfano al termine della riunione del Comitato di analisi strategica riunito d’urgenza al Viminale. È il «terrorismo molecolare » per il quale il sottosegretario delegato all’intelligence Marco Minniti ha più volte denunciato i rischi di fronte al Parlamento», spiega Fiorenza Sarzanini.

 

IL TIMORE DEI FOREIGN FIGHTERS. ALFANO: «PRONTA UNA LEGGE» – Oltre ad aumentare le misure di sorveglianza, il Viminale ha poi sollecitato il Parlamento Ue ad approvare la direttiva che impone il «Pnr, Passenger Flight Record», con l’accesso alle liste passeggeri di tutti i voli. Nel prossimo Consiglio dei ministri saranno così presentate le nuove nome antiterrorismo. Nella relazione al governo, invece, è stato precisato come le organizzazioni terroristiche abbiano mostrato «un’inusitata ferocia nel portare attacchi ad obiettivi dei Paesi stranieri che si oppongono ai loro disegni e alla loro visione radicale». Ma soprattutto è stata ricordata la loro capacità di attrarre e reclutare nuove leve in tutto il globo, i già evocati «foreign fighters».

LE MISURE DEL VIMINALE – Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha ricordato come, rispetto agli «oltre tremila partiti dall’Europa», in Italia quelli censiti sono 53, precisando che «non sono italiani ma hanno avuto a che fare con l’Italia nella partenza o nel transito». «Conosciamo la loro identità e sappiamo dove si trovano», ha chiarito, intervenendo alla trasmissione Rai, “Unomattina”.

 

Lo stesso ministro ha anticipato le misure che saranno prese dall’esecutivo: «È pronta una legge che prevede l’applicazione di norme chiamate misure di prevenzione personale usate per il controllo di polizia nei confronti dei sospettati di mafia. Si agirà al tempo stesso sulla rete e sul web spesso utilizzato come veicolo per reclutare e addestrare». In particolare, secondo il Corsera, sarà prevista la «registrazione » dei siti internet considerati a rischio con l’inserimento in una «black list», oltre alla rimozione immediata dei contenuti. Per Alfano, di certo anche l’Italia rischia: «Può essere nel mirino perché siamo parte di una coalizione internazionale che combatte il terrorismo, ospitiamo il Papa, che più volte è stato citato nei proclami del califfo dell’Isis».

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