Fitto battezza “Conservatori e Riformisti”, l’embrione del nuovo partito

Il Cav e Forza Italia sono ormai archiviati, al di là degli annunci sui gruppi autonomi dei ribelli azzurri tra Camera e Senato, rinviati per ora al day after delle Regionali. Avviene in una sala dell’hotel Nazionale, a Piazza Montecitorio, il battesimo di Raffaele Fitto alla nuova associazione dei “Ricostruttori“, Conservatori e Riformisti“. Primo “embrione” di quel nuovo soggetto politico, ispirato al modello dei Tories di David Cameron, che l’europarlamentare intende costruire con il suo correntone dopo le urne del 31 maggio.

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FITTO BATTEZZA “CONSERVATORI E RIFORMISTI”, L’EMBRIONE DEL NUOVO PARTITO –

Per Fitto Fi è ormai un «capitolo chiuso», tanto da preferire non replicare nemmeno alle accuse del Cav.  L’ex leader che lo aveva prima “eletto” delfino e sua «protesi», per poi bollarlo come «traditore». E salutarlo come un «notabile democristiano» dopo uno scontro interno durato più di un anno. «Non voglio rispondere agli insulti, noi guardiamo “oltre”», ha rilanciato l’europarlamentare, evocando il nome della lista con la quale si giocherà gran parte delle proprie ambizioni future. Prima di costruire il nuovo partito, c’è infatti il derby in Puglia da vincere alle Regionali contro FI. Un passo falso nella sfida fratricida tra il candidato dei fittiani, l’oncologo Francesco Schittulli, e quello dei forzisti lealisti, Adriana Poli Bortone comprometterebbe a dir poco il percorso dei ribelli fittiani.

Fitto Conservatori e Riformisti
Fitto lancia “Conservatori e Riformisti” Photocredit: Giornalettismo

Per questo, spiegano i fedelissimi pugliesi dell’ex governatore, al momento c’è da concentrarsi sulla campagna elettorale. Tradotto, serve ancora qualche settimana per organizzare i dettagli e lo strappo in Parlamento.

I GRUPPI RINVIATI AL DAY AFTER DELLE REGIONALI –

In realtà, c’è anche qualche problema tecnico. Il motivo? A Palazzo Madama i numeri ci sono già per il divorzio dal gruppo forzista presieduto da Paolo Romani. Servono 10 membri, i fittiani sono già 13: dalla veneta Cinzia Bonfrisco, ai pugliesi Zizza, Perrone, D’Ambrosio Lettieri, Liuzzi, ai campani Longo, Milo, Falanga, ai siciliani Ruvolo e Scavone, fino a Pagnoncelli, oltre a qualche “indeciso”. Al contrario, a Montecitorio il corteggiamento è ancora in corso sugli indecisi, indispensabili per raggiungere  “quota venti”. Quattordici sono già certi: c’è il gruppo dei pugliesi (esclusi Francesco Paolo Sisto, riconvertito lealista, e Savino), il calabrese Galati, il lucano Latronico, l’umbro Laffranco, poi l’ex ministro Saverio Romano, l’ex radicale Daniele Capezzone, Bianconi e Castiello.

Un’altra decina teme «di finire nel buio passando da un Cav, seppur al tramonto, all’abbraccio con un leader regionale», spiegano fonti azzurre. I corteggiamenti sorpassano anche i confini del gruppo azzurro, fino all’ex Fdi-An Corsaro e a pezzi di Lega e Ncd. E non è un caso che Fitto preferisca dribblare le domande sui gruppi: «Sono l’ultimo dei problemi. Questi sono aspetti organizzativi, saranno conseguenti. Oggi lanciamo una nuova prospettiva politica, non è una  battaglia che si fa con un parlamentare in più o in meno». Presto anche per parlare di simboli, anche se su Twitter è già stato lanciato l’la nomina degli organismi dirigenti. «Subito dopo le Regionali lanceremo una grande convention nazionale», rilanciano dall’entourage dell’ex ministro. Già pronto per un viaggio a Londra per ricevere la “benedizione” europea: il 21-23 maggio una delegazione dell’associazione prenderà parte all’assemblea dei Conservatori e riformisti europei, mentre il 26 maggio è previsto un convegno a Roma con ospiti il capogruppo e il vicecapogruppo dell’Ecr al Parlamento Europeo.

 

LE PRIMARIE E L’OMBRA DI SALVINI –

Se l’avvio dei gruppi autonomi in Parlamento è stato rinviato, Fitto ha insistito invece sulle primarie, storico tabù berlusconiano. Un obiettivo al quale punta lo stesso leader leghista Matteo Salvini, pronto a rilanciarlo a urne chiuse. Chiaro che, se il flop quasi scontato di Forza Italia alle Regionali sarà confermato, Salvini rilancerà la sua Opa sul centrodestra, dove le vecchie gerarchie sono ormai sovvertite. Un listone a trazione leghista è già in cantiere, rivelano fonti parlamentari, dopo l’esperimento delle liste “Noi con Salvini” al Sud. Se Salvini rilancerà sulle future primarie, Fitto e i suoi non potranno certo tirarsi indietro: «Ma non possiamo lasciargli carta bianca..», rivela un fittiano d’alto rango. L’europarlamentare, a microfoni accesi, cerca invece di prendere tempo sui rapporti con Salvini«Il segretario del Carroccio fa il suo, occupa il suo spazio politico, con modalità talvolta condivisibili, altre meno. Noi vogliamo intanto costruire una nostra proposta».

Tutto dipenderà da quando si tornerà alle urne. Fitto ha bisogno di tempo per far crescere il futuro soggetto politico e coltivare qualche ambizione di leadership. Anche perché i rapporti di forza sono sbilanciati, al momento, a favore dello stesso Salvini. L’Italicum impone però di organizzarsi, con il premio di maggioranza alla lista: «Serve un punto di sintesi e lo possono decidere gli elettori con le primarie», spiega Fitto. L’obiettivo è costruire una forza che riunisca un polo moderato, archivi (quel che resta) di Forza Italia e punti a raggiungere il 10%. Ma soprattutto presentarsi alle primarie future con un peso reale, per tentare di competere con Salvini. E con chi vorrà provarci.

Nella peggiore delle ipotesi, con la soglia del 3% dell’Italicum, riflettono i suoi fedelissimi, superare lo sbarramento non sarà impossibile.

QUEI CONTATTI CON DENIS VERDINI –

Al di là delle smentite di Fitto, almeno per accerchiare il Cav in Parlamento e dimezzare le truppe di Forza Italia, proseguiranno anche i contatti con Denis Verdini. Ovvero, il regista del patto del Nazareno – osteggiato da Fitto – che prepara al contrario il salvagente per Renzi sulle Riforme al Senato. Non sembra un caso che per il futuro, pur nella consapevolezza delle posizione politiche oggi distanti, Fitto non escluda nulla: «C’è spazio per Verdini nel centrodestra del futuro? In quello moderno che immaginiamo e che vogliamo costruire ci sono regole e contenuti per un’alternativa a Renzi. Può aderire chiunque lo riterrà compatibile con le proprie valutazioni. Noi non diamo patenti». Una tesi ribadita anche da altri fedelissimi del ribelle pugliese: «Verdini? Noi non facciamo accordicchi con la sinistra, né patti del Nazareno. Se accetta queste regole, lui così come altri è il benvenuto», ha spiegato a Giornalettismo il deputato Nuccio Altieri. Al momento, però, restano profonde divergenze politiche, dato che la fronda Nazarena è tentata dalla convergenza con Renzi, per spingere il premier verso il partito della Nazione senza la sinistra dem. «Con Fitto siamo su linee politiche differenti», ha ribadito lo stesso verdiniano Abrignani. Eppure, un nuovo incontro potrebbe essere presto organizzato tra i due frondisti. 

Oltre ad archiviare il Cav, la priorità per Fitto resta adesso provare a ritagliarsi uno spazio tra Renzi e Salvini. E provare a dimostrare di non essere soltanto un leader regionale. Di certo, diventare il Cameron italiano sembra un progetto (a dir poco) utopico. Eppure, nella balcanizzazione del centrodestra e nel vuoto creato dal tramonto del Cav, il ribelle di Maglie è convinto di avere qualche carta da giocare.

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