La procura ha aperto una inchiesta per presunte firme false M5S a Bologna

26/10/2016 di Redazione

Dopo Palermo, la procura ha aperto una inchiesta sulle presunte firme false nella presentazione della lista M5S per le regionali di Bologna, nel 2014. Ne parla Repubblica Bologna intervistando Massimo Bugani, capogruppo del Movimento 5 Stelle sotto le Due Torri. Da poco si sarebbero tenuti gli interrogatori svolti dai carabinieri di Vergato. Bugani su Repubblica controattacca:

“Da parte nostra c’è la massima collaborazione e fiducia negli inquirenti, anche da parte degli autenticatori che non vedono l’ora di andare a parlare con loro. Sappiamo da dove è nato l’esposto che ha dato il via alle indagini, si tratta di persone legate ad Andrea Defranceschi che erano indispettite perché l’ex consigliere regionale fu escluso dalle liste. L’obiettivo ero io, ma in quell’occasione non autenticai né raccolsi firme. Tanto che li querelai a mia volta per diffamazione”

Bugani, c’è stata all’epoca delle regionali la necessità di raccogliere in fretta e furia le sottoscrizioni?

“Assolutamente no, raccogliemmo centinaia di firme in più, non avevamo nessuna ansia. Ricordo anche che raccogliemmo tutti i certificati elettorali per 3-400 firme che alla fine non depositammo perché erano eccedenti, quindi ne avevamo anche di non consegnate. Noi non avevamo problemi di raccolta firme, a Palermo invece hanno dovuto correre per mettere insieme le sottoscrizioni, anche se naturalmente mi auguro che anche lì sia tutto regolare”.

In ogni caso non crede che ci possano essere state irregolarità nella raccolta?
“Hanno raccolto quelle firme persone scrupolose e attente, gli autenticatori a Bologna erano il consigliere comunale Marco Piazza e un dipendente comunale, Stefano Negroni, che evidentemente queste persone che hanno fatto l’esposto non conoscevano. Per questo mostrano foto in cui sostengono non fosse presente un autenticatore, perché non lo conoscevano”.

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A quanto pare – spiega Repubblica – qualche proprietario non avrebbe riconosciuto la firma in calce presente sui moduli. «Io so che c’era un attacco politico in piena regola nei miei confronti – commenta Bugani – motivato dal fatto che un loro amico era stato escluso dalle liste per problemi evidenti. C’è stato quindi un attacco mirato e se qualcuno si è attrezzato per fare il giochino, l’ha fatto».

(foto ANSA/GIORGIO BENVENUTI)

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