Bertinotti: «La sinistra è morta, la democrazia pure»

25/04/2016 di Redazione

«La sinistra è morta. E la democrazia pure». Sono i concetti espressi da Fausto Bertinotti in un’intervista rilasciata a Luca Telese pubblicata oggi su Libero Quotidiano. L’ex leader di Rifondazione Comunista, molto criticato negli ultimi giorni per alcune dichiarazioni di apertura verso il mondo cattolico, ha ribadito di aver trovato con Comunione e Liberazione una «connessione sentimentale» e di considerare «finita» la storia nata con il movimento operaio:

Presidente Bertinotti, lei ha stupito tutti con l’intervista al Corsera in cui ha rivelato la sua apertura verso Comunione e Liberazione.

 

«Su questo punto non ho da aggiungere nulla, ho già detto».

 

Sembra seccato.

 

«Ho raccontato di aver trovato in Cl molto di più e di diverso di quel che mi aspettavo, in primo luogo il suo popolo».

 

L’ha stupita il popolo di Cielle?

 

«Guardi, non aggiungo altro: ho subito un’offensiva mediatica e una campagna di strumentalizzazione. Sono abituato. Ho ricordato che per Gramsci l’intellettuale può rappresentare il popolo solo se ha con lui “una connessione sentimentale”. Questo sentimento, tra loro, l’ho trovato».

 

Però la sento arrabbiata.

 

«Anche lo scontro politico più duro dovrebbe partire dai fatti, e non dalle invettive. Ma lasciamo perdere. Io dico cose sgradevoli per la destra e per la sinistra, ne sono consapevole».

 

Ad esempio?

 

«Sostengo che la storia politica nata col movimento operaio del Novecento si è esaurita».

 

 

E a chi dà fastidio?

 

«A molti: è un terreno di lotta politica a sinistra».

 

Ma perché ci tiene così tanto a sottolinearlo proprio lei che ha lavorato per venti anni alla Rifondazione del comunismo?

 

«Mi interessa costruire. Se non si prende atto dolorosamente di una sconfitta irrevocabile della sinistra storica non si può riprendere il cammino, in nessuna direzione».

 

E chi altro scontenta?

 

«Ovviamente la sinistra liberista. Ormai, a tenere alto il livello di criticità contro la dittatura del mercato è rimasta, praticamente sola, la Chiesa di Papa Francesco».

Bertinotti parla di una «democrazia rappresentativa» che «in Occidente non esiste più». Che le regole «fondamentali» della democrazia «sono cambiate». Che la democrazia è stata «uccisa»:

C’è ancora speranza di cambiare.

 

«Ricordo una storica citazione di uno dei miei maestri, Riccardo Lombardi: “Guardate l’indice di disoccupazione. Se finisce sopra il 10% la democrazia è a rischio”».

 

Bella, ma siamo oltre il 10%.

 

«Nella prima repubblica era così. Mala profezia di Lombardi si è avverata. Infatti le regole di gioco sono cambiate».

 

Quali?

 

«Quelle fondamentali. La democrazia l’hanno già uccisa. Ne discutiamo come se esistesse ancora».

 

Cosa cambia?

 

«Nel tempo della governabilità la coppia giusto-sbagliato viene sostituita da funzionale-non funzionale».

 

Cosa conta ora?

 

«Se le regole danno noia ai manovratori cambia le regole. Non a caso il dibattito ci dice che serve un ministro delle Finanze unico, un ministro della Difesa unico, un governo dei governi unico. C’è chi teorizza di non votare per periodi di emergenza economica. Il sistema attuale è irriformabile»

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit: Elena Aquila / Pacific Press / ZUMAPRESS.com)

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