La faida 5 stelle dietro l’audio su Ugo Forello dei deputati M5S a Palermo

09/05/2017 di Redazione

C’è un audio di trenta minuti che parla dei veleni nella campagna elettorale dei 5 stelle. Si tratta di un audio rilanciato da alcuni profili Twitter, YouTube in cui si accusa il candidato M5S sindaco di Palermo Ugo Forello e del suo modo di gestire Addiopizzo, l’associazione da lui presieduta fino allo scorso anno.

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Ne parla oggi Repubblica Palermo:

A parlare è Andrea Cottone, attuale componente dello staff della comunicazione di M5S alla Camera. E attorno a lui, in una stanza di Montecitorio, ci sono Riccardo Nuti e i deputati palermitani a lui vicini. Siamo nel luglio del 2016, i cosiddetti “monaci” sono già in allarme per la possibile candidatura di Forello. E chiedono a Cottone dettagli (e documenti) sull’attività dell’avvocato leader di Addiopizzo. Il giornalista è puntiglioso. Parla dell’influenza che, nella fase iniziale, sul movimento avrebbe esercitato l’ex commissario antiracket Tano Grasso (“Un fantasma che muove tutte queste persone”), parla soprattutto dei compensi che Forello e un paio di legali a lui vicini avrebbero percepito nei processi innescati dalle testimonianze degli imprenditori taglieggiati. Parla di “un circuito meraviglioso” per il quale “si convincono gli imprenditori a denunciare, si portano in questura e gli avvocati diventano automaticamente uno fra Forello e Salvatore Caradonna”. Poi Addiopizzo si costituisce parte civile “e viene difesa da quell’altro”. Poi come parte civile i vertici dell’associazione chiedono i rimborsi “e se li liquidano loro stessi”. “Geniale”, commenta la deputata Chiara Di Benedetto. Gli altri deputati annuiscono, mostrano di trovare conferma ai loro sospetti.

«Sta circolando un audio captato in maniera impropria nei locali della Camera lo scorso anno. Denunceremo chiunque ne divulgherà il contenuto», ha sbottato in mattinata il Movimento 5 stelle. Per M5S «si tratta di una conversazione privata, di natura confidenziale, avvenuta all’interno dei locali della Camera, fra un dipendente del gruppo parlamentare, nell’espletamento del suo lavoro, e alcuni deputati che richiedevano informazioni specifiche – risalenti a dieci anni fa – come da loro prerogative parlamentari». Lo staff del Movimento «ha vagliato le informazioni in suo possesso e conferma la candidatura di Ugo Forello a sindaco di Palermo, sostenuto dalla nostra fiducia. E’ in atto infatti un violento tentativo di discredito nei suoi confronti che non risparmia colpi bassi. Contro tutto questo ci tuteleremo e abbiamo già presentato un ampio esposto».

AUDIO SU FORELLO: CUI PRODEST?

Questo audio è finito agli atti dell’inchiesta sulle firme false. A depositarlo presso la Procura di Palermo è stato il legale di Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, indagati per lo scandalo delle firme false. La conferma del deposito degli atti arriva, seppure indirettamente, anche da un tweet di Giulia Di Vita che, rispondendo a un attivista che le chiede notizie sull’audio rubato, risponde: «Non so che dire. È una prova processuale agli atti della Procura di Palermo, non sarebbe dovuta diventare pubblica. Come tante altre cose». Secondo il legale dei deputati, l’audio dimostrerebbe che ci sarebbe stato una sorta di “complotto” nei confronti degli indagati. Intanto, si terrà la prossima settimana, il 17 maggio l’udienza preliminare davanti al gup Nicola Aiello. Sono 14 gli indagati.

E qui veniamo al punto? Perché si diffonde solo ora questo audio? Bisogna andare indietro nel tempo. Ovvero in un esposto alla magistratura in cui molti indagati accusarono Ugo Forello come mano dietro lo scandalo delle firme false. Un complotto in piena regola che potrebbe tornare utile ma che in realtà non servirà a molto in vista dell’udienza del 17. La procura ha archiviato la posizione di Forello nell’indagine perché non risulta nessun condizionamento dell’inchiesta. Per ora c’è solo fango. Su una conversazione privata data in pasto a tutti.

(ANSA/ UFFICIO STAMPA)

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