Fabrizio Miccoli chiede ancora scusa per la frase su Giovanni Falcone

«Vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone». E’ la frase offensiva nei confronti del giudice ucciso dalla mafia dal ’92 pronunciata  dall’ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli per la quale il calciatore prova ancora una volta a scusarsi. Delle sua parole, intercettate in una conversazione con Mario Lauricella, figlio del boss mafioso della Kalsa Antonio, Micola parla oggi nel corso di un’intervista rilasciata per il programma di ItaliaUno Lucignolo 2.0 che andrà in onda domani in prima serata.

 

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«NON VOGLIO ALIBI» – «Non ho mai sentito la sorella di Falcone. Ho provato a rintracciarla insieme con i miei avvocati e il mio procuratore, ho provato a sentire il figlio, ma mi fu detto che era presto e rispetto i loro tempi. Oggi sono pronto a fare qualsiasi cosa per dimostrarle che quella frase che ho detto non la pensavo. Ma attualmente non ho sentito nessuno», ha dichiarato Miccoli davanti alle telecamere di Mediaset. «Chiedo – ha aggiunto l’ex capitano del Palermo – ancora scusa per quello che ho detto. Non voglio alibi. Ho detto una frase non pensata. Vorrei organizzare partite benefiche per raccogliere fondi, qualunque cosa. Se la sorella di Falcone volesse, io ci sono. Questa situazione è la cosa più brutta che mi sia capitata nella mia carriera».

«FRASE INVOLONTARIA» – Sull’indagine aperta dalla procura di Palermo sul suo conto, il calciatore a Lucignolo dichiara: «Ricordo il giorno in cui è uscita la notizia relativa alla mia indagine. Mi sono arrivati 400 sms al telefono. Stavo male, non volevo parlare con nessuno. Ho pianto tutti i giorni successivi all’uscita della notizia. Cancellare tutto quello che di buono ho fatto per una frase detta alle cinque del mattino non è giusto. Ero in macchina con un amico. Una frase involontaria, detta così, in macchina ed è uscita fuori”.

«SONO RIUSCITO A RIPARTIRE» – Poi ancora le scuse e il racconto della rinascita. Miccoli continua: «Ancora oggi non mi spiego come sia possibile che sia successo che questa storia sia venuta fuori. Ma dopo la frase su Falcone prendo tutto ciò che di positivo è venuto in seguito. Andare via da Palermo mi ha fatto male. Nella vita tutti sbagliano. Ma sono riuscito a mettere questa situazione da parte, a ripartire. E’ stato un colpo tremendo. Magari qualcuno mi ha messo davanti a un bivio. Sono un ragazzo fortunato. Avevo preso una strada sbagliata. Mia moglie non mi ha mai abbandonato, nella gioia e nel dolore».

LE ACCUSE E LA BUFERA – Miccoli aveva già chiesto scusa per le sue affermazioni in una conferenza stampa all’Hotel Excelsior Hilton di Palermo, pochi giorni dopo la diffusione dell’intercettazione. «Non sono un mafioso, sono uscite delle cose che io non penso assolutamente», aveva detto il calciatore. Ad inizio luglio Miccoli, indagato dalla procura di Palermo per estorsione e accesso abusivo a sistema informatico, è poi finito al centro di un nuovo scandalo per la per via di alcune foto pubblicate su Facebook da Giacomo Pampillonia, membro del clan facente capo al boss Alessandro D’Ambrogio. Subito dopo notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati e la pubblicazione del testo delle scottanti intercettazioni il ministro della Funzione Pubblica ha addirittura chiesto la radiazione del calciatore.

(Fonte foto: LaPresse. Fonte dichiarazioni: agenzia di stampa Italpress)

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