Bce: «L’Italia ha avuto la peggior performance dell’area euro dall’adozione della moneta unica »

Dall’introduzione della moneta unica le dodici economie che l’hanno adattata nella sua fase iniziale non si sono avvicinate come avrebbero dovuto. Lo rimarca uno studio della Bce, che sottolinea come il Paese con la peggiore performance è l’Italia. La nostra economia è cresciuta meno di tutte le altre da quando l’euro è stato adottato, con un risultato particolarmente negativo per quanto riguarda la produttività totale dei fattori, che misura la crescita nel valore aggiunto attribuibile al progresso tecnico, a miglioramenti nella conoscenza e nell’efficienza dei processi produttivi.

INTRODUZIONE EURO ITALIA

– La Banca centrale europea ha realizzato uno studio sulla convergenza delle dodici economie europee che hanno adottato la moneta unica. L’unione economica e monetaria avrebbe dovuto spingere i Paesi ad avvicinarsi, grazie all’integrazione del mercato unico , alle armonizzazioni legislative e alle comuni regole fiscali. Nel 2002 l’euro è diventato la moneta utilizzata in Germania, Francia, Italia, Belgio, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Spagna. La Bce ha rimarcato come la convergenza reale delle dodici economie sia stata deludente, e dovuta a numerosi fattori, quali istituzioni deboli, rigidità strutturali, una bassa crescita della produttività, e politiche insufficienti nel rispondere alle bolle, finanziarie o immobiliari, registrate in questi anni.

euro italia
Screenshot dal sito https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/eb201505_article01.en.pdf

Tra il 1999 e il 2014 Paesi a basso reddito pro capite come Spagna e Portogallo non hanno recuperato il loro gap, mentre in Grecia, anche a causa della crisi, la distanza con le economie più ricche si è divaricata. La peggior performance appartiene però all’Italia. Il nostro Paese apparteneva nel 1999 alla fascia a reddito pro capite più alto, ma nei successivi quindici anni è costantemente peggiorato, con tassi di crescita costantemente inferiori a quelli dell’eurozona nel suo complesso.

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EURO ITALIANI –

Secondo la Bce la crisi seguita al collasso di Lehman Brothers può solo parzialmente spiegare la divergenza osservata nell’eurozona, visto che a questa dinamica hanno contribuito anche altre cause più radicate. L’Irlanda per esempio è riuscita migliorare il suo reddito pro capite in questi 15 anni nonostante la severità della recessione tra il 2008 e il 2012. Per l’Italia la Bce indica in particolar modo due spiegazioni, La prima è la qualità delle istituzioni nazionali e la loro governance, I Paesi dell’euro che non mostrano convergenza o al contrario hanno avuto una dinamica economica divergente sono quelli che con il peggior posizionamento in termini di governance. La Bce prende in considerazione un indice della Banca mondiale che prende in considerazione la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, la stabilità delle istituzioni, la qualità dei servizi e della PA, l’efficacia delle politiche pubbliche, la capacità di assicurare il rispetto dei contratti e il controllo della corruzione.

euro italia
Screenshot dal sito https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/eb201505_article01.en.pdf

L’Italia ha sofferto in modo particolare della scarsa crescita della produttività totale dei fattori, un indiche che misura l’efficacia con cui sono impiegati i fattori del lavoro e del capitale, che è stata tra le peggiori dell’UE a 28. Tra il 1999 e il 2007, quando il boom del credito aiutava le economie globali, l’Italia ha sofferto di una bassa crescita della produttività totale dei fattori non solo nei servizi e nelle costruzioni, ma anche nel settore manifatturiero. Per la Bce ciò segnala un una diffusa debolezza delle condizioni in cui operano le imprese, uno dei fattori che ha impedito uno sviluppo della loro capacità di innovarsi.

Photocredit: ANNA MONACO/AFP/GettyImages

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