Espianto degli organi di un somalo, la protesta della comunità: «I familiari non volevano»

31/08/2017 di Redazione

Proteste a Firenze da parte della comunità somala dopo l’espianto degli organi effettuato su un giovane connazionale deceduto ieri mattina nel capoluogo toscano. Stando a quanto spiegato oggi dal presidente della comunità in Toscana, Osman Gaal, l’espianto degli organi sul ragazzo sarebbe stato eseguito contro la volontà dei familiari, attualmente residenti all’estero, che pur avendo negato il consenso telefonicamente non sarebbero riusciti a far pervenire in tempo, via fax o mail, una nota scritta. L’ospedale Careggi, in un comunicato diffuso stamattina al termine di un incontro con rappresentanti della comunità somala, ha precisato che il prelievo è stato eseguito nel pieno rispetto della legge.

 

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ESPIANTO DEGLI ORGANI DI UN RAGAZZO SOMALO, PROTESTE DELLA COMUNITÀ

«Il ragazzo somalo è morto ieri mattina intorno alle 9 – ha spiegato Osman Gaal -, i sanitari sono riusciti a contattare il fratello a Londra, e la moglie che vive in Svizzera, loro hanno detto no all’espianto ma poi non sono riusciti a inviare la comunicazione scritta che era stata richiesta». «Non è escluso – ha detto ancora il presidente della comunità somala – che la famiglia fosse contraria all’espianto per motivi religiosi: Per la religione musulmana un corpo morto non deve essere neppure toccato».

ESPIANTO DEGLI ORGANI DI UN RAGAZZO SOMALO, REPLICA DELL’OSPEDALE

Secondo quanto precisato dall’ospedale Careggi invece, nel corso dell’incontro tra medici e rappresentanti della comunità somala avvenuto questa mattina «è stata chiarita l’applicazione sul territorio nazionale della normativa italiana in materia di consenso al prelievo degli organi». In merito alla donazione da parte del cittadino somalo «la direzione aziendale ha verificato il pieno rispetto delle procedure e la puntuale applicazione della normativa». La norma, che si applica «a tutte le persone indipendentemente dalla nazionalità», «prevede il prelievo degli organi in assenza di una comunicazione scritta di opposizione da parte dei soggetti legittimati». Nel caso del giovane somalo, «data la presenza all’estero dei familiari, l’attesa dell’opposizione è stata prolungata interpretando estensivamente la norma», in attesa «di una risposta negativa per mail o fax».

(Foto: ANSA / MAURIZIO DEGL’INNOCENTI)

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