Eros Ramazzotti, Nancy Brilli e i Vip che puliscono Roma a mezzo stampa

Domenica 13 settembre un gruppo di cittadini romani ha preso ramazza e paletta e si è data da fare per pulire le strade di Ostia: hanno fatto uno degli eventi noti come Retake, un movimento nato dai cittadini che spontaneamente, con scope, rastrelli e palette, scelgono di impiegare il loro tempo per “riprendersi” la città, o meglio “farla riprendere”, migliorarla, agire concretamente sullo stato del decoro urbano. In una città come la nostra, che sopratutto recentemente è salita agli onori delle cronache mondiali per lo stato del suo decoro urbano, sembrano ormai i cittadini a doversi dar da fare per sopperire alle mancanze degli enti pubblici che si dimostrano inadeguati alla sfida di una grande metropoli. Chi ne ha parlato? Nessuno. Quanta rilevanza è stata data ai cittadini dei Retake romano? All’inizio, quando il fenomeno era più folkloristico che altro, magari se n’è parlato: ma le iniziative quotidiane, costanti, dei cittadini sul territorio, piano piano sono andate scemando nell’interesse della stampa. Zero. Poi, sono arrivati i Vip.

E’ partito Alessandro Gassmann con la sua iniziativa #Romasonoio, che è stata salutata come un esempio da seguire: un vip, un volto noto, che prende la ramazza e si fa parte di un movimento civico, scattando qualche foto su Twitter. E, in effetti, così è stato: l’iniziativa dell’attore ha avuto il pregio di accendere i riflettori nazionali sullo stato del decoro della città, e ha permesso a tutti quelli che hanno seguito la vicenda di rendersi conto che le strade di Roma, se pulite, dopo tre giorni sono di nuovo una pattumiera. Prima e dopo Gassmann sono venuti altri nomi, che hanno scelto di esternare pubblicamente i propri giudizi nei confronti della città a volte anche in maniera sinceramente discutibile: Eros Ramazzotti, che da anni vive fra Roma e Milano, in occasione dell’apertura del suo tour, a Verona, ha sentito il bisogno di parlare sullo stato della città e di invocare le dimissioni del sindaco; ha parlato Antonello Venditti: “Ignazio Marino è il sindaco? Non ce ne siamo accorti”, e ancora Rita dalla Chiesa, che – evidentemente di ritorno da un viaggio nel tempo – ha definito la Roma attuale “peggio di quella di Nerone”, o ancora Bruno Vespa, Pino Insegno, Marco Liorni o, ultima in ordine di tempo, Nancy Brilli, che nell’annunciare la propria partecipazione al Retake Esquilino di domenica ha detto che “lasciare Roma così sporca è immorale”.

Ora, la strada per questa città è davvero molto stretta, sopratutto per il decoro, e sopratutto mentre in Campidoglio si discute – all’ultimo momento e colpevolmente, da parte della politica – il rinnovo del contratto di servizio per Ama. L’aiuto di tutti i cittadini è, purtroppo, in questo momento necessario: diciamo “purtroppo” e “in questo momento”, perché di certe incombenze si dovrebbe fare carico la pubblica amministrazione pagata con i soldi di tutti, e non le iniziative spontanee dei cittadini; e ancora, perché si spera che la situazione si normalizzi al più presto, anche se la Roma del dopo-Malagrotta avrà ancora bisogno di tempo per entrare a regime. E diciamo, sopratutto, “di tutti i cittadini”: senza bisogno, dunque, per chi ha una popolarità televisiva o per chi è un volto noto, di pubblicizzare a giorni alterni il proprio giudizio sulla città. I problemi sono evidenti e, da cittadini, chi vuole, liberamente, può dare una mano, vip e persone comuni, entrambi meritori e da ringraziare per ciò che fanno per la città in questo momento complesso. Altrimenti gli effetti, anche non voluti, Saranno inevitabilmente due: primo, esporsi all’accusa di voler mettere il cappello su un movimento spontaneo, quotidiano e silenzioso fatto di anziani, giovani e persone di tutte le età armato solo di scopa e palette, e non di sovraesposizione mediatica a buon mercato; secondo, saltare su un comodo treno diventato ormai di moda e utilizzare i problemi – gravi e complessi – della Capitale per ottenere risonanza in questi mesi di autunno, proprio mentre riparte la routine annuale. Se Roma è di tutti, tutti siamo uguali davanti a Roma.

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