Enrico Letta apre la sua scuola di politica. Anzi, di politiche. Dedicata ad Andreatta

06/06/2015 di Boris Sollazzo

LA SCUOLA DI POLITICHE DI ENRICO LETTA –

I francesi ci insegnano che per servire la cosa pubblica si deve andare a scuola. A una specifica, come l’esclusiva e selettiva ENA (École nationale d’administration). Enrico Letta, deciso a percorrere un’altra strada rispetto a quella parlamentare, rispetto allo stare dentro un governo e un partito che non condivide né capisce, da settembre ne aprirà una. Una scuola di politica, anzi di politiche, forse ideale prequel di quel Vedrò che fu Think Thank di una terza via che ora vede altri coglierne i frutti. 

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Sarà il suo maestro che darà il nome a questa realtà, Beniamino Andreatta, economista e politico democristiano faro pratico e teorico dell’ex premier. Fu, Andreatta, ministro negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso e uno dei fondatori dell’Ulivo.

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Partirà da settembre quest’iniziativa, si affiancherà al nuovo lavoro di Letta, quello di direttore dell’istituto di Sciences Po, e di Andreatta non porta solo il nome, ma l’impostazione. La distinzione politiche-politica, infatti, nasce da quella anglosassone che ben distingueva politics e policy, la politica intesa come valori e ideologie, e la ricerca delle soluzioni pragmatiche ai problemi e all’amministrazione. Una divisione che ricordò Letta stesso, il 29 aprile del 2013: il giorno in cui chiese la fiducia alle Camere.

Sarà un modo per costruire la classe dirigente del futuro, per ricordare il valore della politica a chi forse meno la vive: gli studenti si potranno iscrivere solo se nella fascia d’età dai 19 ai 25 anni, selezionati da una commissione che valuterà le domande pervenute tramite un’app dedicata sul sito del ex presidente del consiglio. L’attività didattica – corsi, seminari, lezioni, incontri – partirà da ottobre, con un appuntamento mensile (ogni primo venerdì del mese) e proseguirà fino a maggio, con sedi itineranti. Sedi profondamente evocative: Roma, Bruxelles, Parigi, a racchiudere forse tutta l’idea lettiana di politica, governo, ideali. Nella prima ha vissuto le sue esperienze professionali più importanti, la seconda rappresenta le istituzioni europee a lui tanto care, la terza lo ospiterà nel prossimo futuro per il suo nuovo lavoro.

Intendiamoci, SdP non è VeDrò né il centro studi Arel, entrambi parti fondamentali del passato lettiano. E non si richiama neanche ai modelli classici, come le Frattocchie. Si tratta più di un network, ricercato ed esclusivo (i giovani saranno meno di 100), così che tutti i partecipanti possano conoscersi. “Né una platea, né dei followers”, sottolinea con chiarezza Enrico, ironicamente e sottilmente alludendo, forse, alla Leopolda.

 

 

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