Embrioni scambiati al Pertini di Roma, i Nas: la biologa sbagliò due volte

Roma: dietro il caso dello scambio di embrioni al Pertini ci sono due errori della biologa: la prova arriva da uno scatto fatto al microscopio. La dottoressa aveva lavorato su più provette nello stesso tempo, procedura vietata, invertendo così due cognomi simili, inoltre non ha dato l’ultima occhiata alle cartelle cliniche prima di consegnarle al ginecologo.

PH CATALANI VALENTINO/EMMEVI PHOTO
PH CATALANI VALENTINO/EMMEVI PHOTO

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LA RICOSTRUZIONE – Secondo i carabinieri dei Nas questi errori sono stati commessi per «negligenza e imprudenza», ma senza volontà, quindi non porterebbero alla configurazione di alcun reato. I genitori biologici hanno chiesto di bloccare la registrazione all’anagrafe dei bimbi, ma la decisione spetterà al giudice. Lo scorso sei dicembre le due coppie di genitori che chiameremo famiglia 1 e famiglia 2 si sono dovute sottoporre al transfer di embrioni. Il pick up, il prellievo degli ovuli e degli spermatozoi, erava avvenuto due giorni prima e sulle provette la biologo aveva scritto i nomi delle mamme a pennarello. Dopo la coltivazione in vitro la dottoressa scrive la classificazione degli embrioni. La famiglia 1 ha 3A, mentre la famiglia 2 1A e 2B. In un secondo momento preleva gli embrioni e li inserisce in una speciale piastrina a quadretti prima della consegna al ginecolologo. La piastrina viene rinominata dalla biologa, che sbaglia a scrivere facendo confusione tra i cognomi simili. Poi fa una foto al microscopio che consegna al “padre” in attesa. Gli investigatori per risolvere il mistero hanno chiesto alla famiglia 1 di esibire la loro foto: c’è un embrione di classe A e due di classe B: non sono loro: i tre embrioni A sono finiti nel grembo di un’altra mamma, che ora li sente suoi. «Presumibilmente lo scambio è avvenuto nel passaggio delle piastre invertendo i nomi. Infatti la foto evince che alla famiglia 2 è stata assegnata la capsula contenente gli embrioni della famiglia 1», scrivono i carabinieri dei Nas. In conclusione, il lavoro della biologa «denota negligenza e imperizia atteso che per evitare lo scambio degli embrioni era sufficiente verificare quanto riportato in cartella clinica». La biologa ha lasciato il Pertini e per ora rischia solo una segnalazione all’ordine.

(Photocredit: Sandy Huffaker/Getty Images)

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