Anche Elton John contro il sindaco di Venezia

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha esibito con orgoglio su Twitter, un articolo che gli ha dedicato il New York Times. È stato l’inizio di uno tsunami di critiche destinate a danneggiare l’immagine della città lagunare. Oggi è la volta di Elton John, che accusa il sindaco di essere «un rozzo bigotto», impegnato in «attività sciocche» e nel diffondere «ignoranza e discriminazione».

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BRUGNARO ALLA GUERRA CONTRO IL GENDER –

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, eletto dal centrodestra, è uno di quelli arruolati alla guerra al «gender», termine con il quale gli omofobi, e in particolare quelli cattolici, identificano un presunto complotto condotto dalla «lobby omosessualista» per minare i sacri valori cristiani e addirittura alterare l’ordine naturale. Si tratta in realtà di una battaglia di retroguardia contro l’introduzione del matrimonio omosessuale animata dal clero cattolico, una battaglia a base di menzogne che raccontano ai timorati di Dio che nelle scuole vogliono insegnare ai bambini a far sesso fin dall’asilo e a farlo indifferentemente con maschietti e femminucce, terrorismo puro per anime semplici. Così Brugnaro ha provato a vietare alcuni libri nelle scuole veneziane, libri sospettati di traviare i piccoli e di portarli sulla strada dell’omosessualità. Una bufala, tant’è che alla fine il sindaco si è accontentato di censurarne solo due, anche se poi su Twitter ha scritto che «faremo decidere i genitori». Su cosa non si sa, visto che intanto li ha ritirati dalle scuole.

UNO SCANDALO CHE È DIVENTATO INTERNAZIONALE –

La cosa ha fatto scalpore e notizia anche all’estero, non solo da noi, dove a contrastare Brugnaro si è levata anche l’Associazione degli Scrittori per Ragazzi e Bambini, che gli ha spedito una lettera decisamente dura, nella quale hanno cercato di spiegargli perché non si fa e lo hanno invitato a «Cancellare un provvedimento che non ci fa onore come Paese». Poi è arrivato il New York Times, che ha denunciato in prima pagina le pretese del sindaco, che però, ahilui, l’ha preso come un attestato di stima e, garrulo, è corso a farlo notare su Twitter, ricevendo in cambio un’ondata di commenti negativi e di sfottò. Brugnaro non è certo l’unico politico italiano che conosce poco l’inglese e prende fischi per fiaschi, ma vantarsi di una prima pagina del NYT che lo indica come oscurantista e nemico del riconoscimento dei diritti degli omosessuali, che negli Stati Uniti si possono sposare, è notevole pure per lui.

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ELTON JOHN ALL’ATTACCO –

Da lì le reazioni in Italia e all’estero si sono moltiplicate e oggi è arrivato pure Elton John, che in laguna ha una lussuosa magione, che ha due figli insieme al compagno e che in un post su Instagram ha coperto Brugnaro di critiche ed epiteti che non lasciano spazio all’equivoco. Vedremo se Brugnaro si vanterà anche di questo.

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COSA HA SCRITTO ELTON JOHN –

«Ecco uno dei libri di storie preferiti dalla famiglia Furnish-John. Racconta un mondo inclusivo nel quale le famiglie sono di ogni forma, dimensione e colore. E, più importante, che le famiglie sono una questione d’amore. I nostri figlio lo adorano.

E all’angolo opposto abbiamo Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia che appare terribilmente sciocco. Ha stupidamente scelto di politicizzare i libri per bambini censurando i titoli che che raccontano le famiglie omosessuali che vivono felici. Così, invece d’incoraggiare un mondo basato sull’inclusione, la tolleranza e l’amore, sostiene una società futura che è discriminante e alimenta l’ignoranza. La meravigliosa Venezia sta indubbiamente affondando. ma non tanto velocemente quanto il rozzo e bigotto Brugnaro».

UNA BRUTTA PUBBLICITÀ PER VENEZIA –

Un’altra bella botta di pubblicità internazionale negativa per Venezia, una città che ha fatto la sua fortuna grazie alla tolleranza che le ha permesso di ospitare nei secoli persone provenienti da ogni paese, a prescindere dalla religione o dai loro costumi, e che ora è messa all’indice sulla scena internazionale come un luogo nel quale trionfano ignoranza e oscurantismo.

 

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