Elezioni Napoli 2016: Bassolino, Valente e il divorzio che non s’ha da fare (e non si farà)

27/03/2016 di Donato De Sena

Dopo le stilettate della campagna per le primarie e la successiva battaglia dei ricorsi, la partita delle Elezioni 2016 a Napoli interna al Partito Democratico sembra inevitabilmente avviarsi verso la quiete, l’accordo, il compromesso per un lavoro comune. Sia il buonsenso che l’opportunità politico-elettorale, infatti, negli ultimi giorni stanno trasformando la sfida (a tratti aspra) tra Valeria Valente e Antonio Bassolino in occasione (per entrambe le parti) di riflessione per cercare, proporre, trovare una via d’uscita dall’impasse, per ricucire le fratture, per rifarsi un’immagine e, soprattutto, per arrivare al voto di giugno con un consenso sufficiente per giocarsi (al secondo turno) il successo contro Luigi de Magistris.

In sostanza, il divorzio tra Valente e Bassolino, che fino a qualche settimana fa (considerati i toni del confronto e le polemiche sui presunti brogli) sembrava inevitabile, è ora diventato un pericolo da evitare, e ciò viene confermato sia dalle parole (e dai silenzi) dei due candidati, sia dalle riflessioni a registratore spento di chi conosce bene i loro entourage. Dopo la bocciatura del suo terzo ricorso per l’annullamento del voto delle primarie in 5 seggi, Bassolino ha di fatto deciso di deporre le armi, annunciando un periodo di riflessione su «come continuare» la sua «battaglia per Napoli», «etica, civile e politica». E chi lo sostiene e lo ha sostenuto nella campagna per le primarie non ritiene più concreta l’ipotesi di una lista civica di rottura con il Pd, che con insistenza è circolata nelle ultime settimane. Un nuovo simbolo all’interno della coalizione di centrosinistra – è il ragionamento che viene fatto sia da una parte che dall’altra – creerebbe un problema politico di appartenenza al Pd sia per Bassolino che per coloro che lo hanno appoggiato finora (dagli attivisti agli eurodeputati, passando per i consiglieri regionali e i parlamentari) e quantomeno complicherebbe il rapporto dell’ex sindaco e dei suoi con i vertici nazionali. Ma non solo. Dopo il respingimento dei ricorsi, il fronte dei bassoliniani è certamente diventato meno compatto. Alcuni tra i suoi sostenitori «sono ritornati all’ovile» del Pd, mentre altri (che avevano aderito alla battaglia soprattutto in chiave anti-renziana) starebbero addirittura valutando il sostegno a de Magistris.

 

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In questo quadro, è chiaro che la strada dell’intesa con il partito diventa quasi obbligata e che il silenzio di Bassolino va interpretato più come una resa che un serrate-le-fila. «Non tira nessuna aria, attendiamo, qualcosa dirà», sussurrano i bassoliniani. Sia gli attivisti che gli eletti. Mentre la Valente si mostra fiduciosa. La vincitrice delle primarie, che ieri ha proseguito il suo tour per i parchi della città, organizzato per constatare le criticità e redigere un piano di recupero, ha ribadito di essere pronta a lavorare con Bassolino «sulle periferie e su tutto il resto». «Siamo innanzitutto candidati dello stesso partito e della stessa coalizione. È evidente – ci ha spiegato – che a grandi linee il nostro programma converge, ci muoviamo nello stesso solco, abbiamo solo messo accento su aspetti diversi. Il mio profilo è legato ad una scommessa generazionale, di una nuova classe dirigente, che ci mette la faccia, e che guarda con laicità e serietà alle esperienze degli anni passati, compresa quella che ha guidato e che ha visto protagonista Antonio Bassolino». E la lista dell’ex sindaco in coalizione? «Questo – ci ha risposto la Valente – andrebbe chiesto ad Antonio Bassolino, io sono convinta semplicemente che prevarrà l’amore per la città e la volontà di riportare il centrosinistra alla guida del governo della città. Le forme e le modalità le sceglierà Antonio Bassolino. Io lavorerò in questa direzione e sono certa che lui non farà mancare il suo sostegno alla battaglia del centrosinistra».

L’ottimismo della Valente in effetti conferma quanto già espresso pubblicamente da Bassolino alla sua ultima affollata iniziativa pubblica. «Non sono in campo, e nessuno lo pensi nemmeno lontanamente, per far perdere il Pd o per perdere io! Io combatto per vincere, sempre! Non sono come altri, abituati a perdere!», ha gridato l’ex sindaco dal palco del teatro Augusteo lo scorso 13 marzo. L’attenzione finisce dunque sui nodi da sciogliere per raggiungere l’intesa. Sia il fronte dei sostenitori della Valente che dei bassoliniani sono certi che senza i voti di Bassolino, considerando i vasti schieramenti da oltre 10 liste di de Magistris e Gianni Lettieri, arrivare al ballottaggio diventa impresa davvero ardua. Resta quindi da valutare quanto il peso elettorale dell’ex sindaco possa e debba costare al Pd in termini di peso politico. I più pessimisti raccontano che quella «personalità accentratrice» e «piena di sè» possa costare anche il posto da vicesindaco o la presidenza del consiglio comunale. Secondo altri invece la partita si gioca solo sul numero di candidati alla carica di consigliere nella lista del Pd, su qualche assessorato, sui posti nelle liste bloccate alle elezioni politiche. È questa la nuova partita, che comincia a Napoli e che quasi certamente dovrà disputarsi anche a Roma, al Nazareno (che ha già avuto un ruolo importante nella scelta della Valente). Come andrà a finire lo sapremo entro il 9-10 aprile. È solo in quei giorni che la candidata a sindaco del centrosinistra darà ufficialmente inizio alla sua corsa verso Palazzo San Giacomo.

(Foto di: Giornalettismo)

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