Elena Fattori: M5S, la sperimentazione animale e l’aggressione degli estremisti

Portavoce del MoVimento 5 Stelle, biologa e con un passato da ricercatrice (ha seguito lo sviluppo pre-clinico di un vaccino per l’HCV e di vaccini anti-cancro), Elena Fattori pubblica alcuni post sulla sperimentazione animale e sulla posizione del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato: è travolta da centinaia di commenti inferociti. Si va dalle accuse di tradimento al MoVimento a quelle di essere amica delle industrie farmaceutiche, dalla delusione di elettori che si sentono presi in giro a presunti pareri tecnici sull’inutilità della sperimentazione animale.

CHIARIMENTI? – “Molti mi hanno chiesto – scrive Fattori venerdì mattina sul suo profilo Facebook – di chiarire la mia posizione personale riguardo alla sperimentazione animale, in realtà non ho assolutamente nulla da chiarire, il mio curriculum è sempre stato pubblico sia sul blog che su siti scientifici internazionali. Spero che le mie conoscenze e la mia esperienza possano essere utili in questa rivoluzione culturale (perché di questo si tratta) che noi del MoVimento 5 stelle stiamo cercando di portare. Sono molto orgogliosa di essere stata una ricercatrice nel campo biomedico e cercherò di tutelare questa meravigliosa categoria così fondamentale nella crescita del Paese ma così bistrattata e maltrattata tanto da dovere emigrare. La sperimentazione animale è parte integrante della ricerca scientifica ed è sempre stata mia preoccupazione garantire i diritti fondamentali degli animali da sperimentazione, credo molto si possa fare in questo senso. Penso che molto potrà essere risolto dalla messa a punto di metodiche alternative ma molto di più da una rivoluzione culturale che cambi il concetto di salute e malattia e metta l’uomo in toto, integrato col suo ambiente al centro della ricerca della felicità. Sono però altrettanto convinta che non sarà possibile sostituirla con altre metodiche in campi dove si studiano sistemi e interazioni complesse, per questo credo sia necessaria una buona legge di tutela e ho condiviso la scelta del gruppo sulla direttiva 2010/63/UE”.

Nella gallery: i post su Facebook di cui si parla nell’articolo e le pagine sul blog di Beppe Grillo.

CRITICHE – O più spesso sfoghi adirati, al punto che in uno dei tentativi di risposta Fattori scrive: “non ho mai torturato nessuno, né uomini né animali, non lavoro nella ricerca ormai da 4 anni, mi occupo di medicina olistica e mi curo con l’omeopatia. Ma non credo che la soppressione della sperimentazione animale sia una cosa totalmente realizzabile e sicuramente non in tempi brevi. Per questo nel frattempo è necessario tutelare gli animali con una buona legge. Attenzione al karma perché i veda dicono che i pensieri e le parole sono consistenti come le azioni. È di violenza in questi post ce n’è tanta”. La cerco per chiederle se ha voglia di raccontarmi cosa è successo e qual è la sua posizione. “Mi è caduta addosso una valanga inaspettata, ho subito un attacco pazzesco”, mi dice.

STOP ALLA “VIVISEZIONE” – Leggendo i post di Fattori e alcune delle sue riposte, mi accorgo che parla sempre di sperimentazione animale: “Sono due cose diverse – commenta Fattori – la vivisezione è la dissezione in vivo. Questa è una pratica da combattere. La sperimentazione però è più ampia, comprende anche studi del comportamento e di osservazione. Sono cose molto diverse”. Chi ha familiarità con il dibattito sa che la scelta è strategica: si usa “vivisezione” per colpire emotivamente, e per trascinare la condanna della pratica vivisettoria sulla sperimentazione in generale. “Io pure sono contraria alle pratiche invadenti e dolorose. Sono biologa, ma ho una visione olistica della medicina”.

UTILE O INUTILE – È un’altra arma retorica comune: si sostiene che la sperimentazione animale sia inutile. Ne segue necessariamente che chi è convinto del contrario e, ancor di più, chi la pratica sia o un illuso oppure un perdigiorno masochista. L’inutilità sarebbe un argomento dirimente, ma la quasi totalità della comunità scientifica è convinta che non sia ancora possibile farne a meno. Continua Fattori: “Vorrei anche ricordare che se volessimo eliminarla, dovremmo cambiare anche il concetto di malattia e di salute. È impossibile conciliare il volere una medicina per ogni sintomo e il non voler fare sperimentazione! Dovremmo impostare diversamente la nostra esistenza, non assumere un farmaco per ogni malore, avere la pazienza di alimentarci meglio – insomma c’è un sistema intero da cambiare. Molte medicine sono inutili. Dovremmo ridurre il consumo dei farmaci, e spostare l’attenzione sulle cause, troppo concentrata oggi sull’eliminazione del sintomo. Si tende a pensare che sperimentare sugli animali sia nell’interesse delle industrie farmaceutiche, ma è un altro luogo comune. La mia paura è che le industrie, se potessero, la eviterebbero perché è costosa. Non possono perché ci sono delle leggi e i meccanismi di sicurezza e controllo. C’è un lungo lavoro culturale da fare”.

IL MOVIMENTO – “La posizione del movimento è chiara e condivisa – mi dice Fattori. Vorremmo avere il tempo di discutere con le associazioni animaliste e sono convinta che se lavorassimo davvero insieme, se cadesse il muro dei ricercatori contro il muro degli animalisti, potremmo avviare un processo virtuoso: di riduzione dei farmaci, di riduzione dell’uso di animali nella sperimentazione. C’è un percorso più profondo dell’essere contro o a favore. Io sono ottimista. Spero che questo clima evapori presto, perché è difficile parlare con tanta aggressività in circolo. Io ho anche postato la posizione ufficiale nel tentativo di chiarire, ma mi sembra che molti mi abbiano aggredito senza nemmeno avere letto”.

DIBATTITO – Come si fa, però, a discutere con chi sostiene lo “StopVivisection Day!”? Secondo Fattori quella che è una “legge di iniziativa popolare – pur confondendo vivisezione e sperimentazione animale – ha un aspetto utile: cerca di sensibilizzare le associazioni europee nella messa a punto di metodi alternativi. Questo è un punto cruciale: anche perché il rischio è che se si bloccasse la sperimentazione in Italia, la si rimanderebbe in paesi dove gli animali sono meno protetti e garantiti. Chi ha a cuore il benessere degli animali deve agire a monte, sulle alternative e non solo sui divieti”.
Certo è difficile immaginare di dialogare con uno che ti urla “vivisettore” perché cerchi di non fermarti a uno slogan. “Non è semplice, fa parte della battaglia. Se qualcuno urla, qualcuno risponderà. Quanto al blog di Beppe Grillo, quello è il linguaggio del blog – altri sono i toni che si usano in aula, o altrove. In parlamento dobbiamo trovare gli strumenti giusti per lavorare bene senza urlarci contro. Anche il linguaggio di Facebook è particolare. Credo che non sia lo specchio fedele della realtà, ma un’immagine deformata e a volte esasperata. Io comunque ho fatto una denuncia alla polizia postale. È stata una esperienza sofferta”.

UN PRECEDENTE – La sperimentazione animale aveva già sollevato molte polemiche riguardo alla posizione del MoVimento. A metà gennaio 2013 Dibattito Scienza  invia 10 domande ai candidati premier, in vista delle politiche di fine febbraio (le domande e le risposte pervenute sono qui). Non tutti rispondono. Sulla decima scoppia un gran casino. Marco Cattaneo ricostruisce la vicenda in un post dell’11 febbraio. Ecco la domanda: “Qual è la sua posizione in merito all’uso di animali nella ricerca biomedica? Pensa sia corretto limitare l’uso di alcune specie animali a scopo di ricerca?”. Riposta: “L’uso degli animali nella ricerca biomedica è ancora di fondamentale importanza. Questo campo deve essere fortemente normato e controllato, per evitare abusi, e minimizzare le sofferenze ed il disagio degli animali, salvaguardando gli scopi di salute pubblica”. Nel documento, inviato l’8 febbraio da Fabrizio Bocchino, si specifica che le risposte sono state redatte “Con contributi di: Fabrizio Bocchino, Federica Daga, Filippo D’Amico, Giovanni Di Caro, Giorgio Di Marzo, Claudia Mannino, Angelo Nicotra, Riccardo Nuti e i partecipanti ai gruppi tematici”.

RETTIFICA – Dopo pochi minuti dalla pubblicazione, si scatena il finimondo. Commenti indignati, accuse di voler screditare il MoVimento pubblicando una posizione “falsa”, link a quella ufficiale. Poche ore dopo – è l’ora di pranzo del 9 febbraio – arriva la richiesta di rettifica da parte di chi aveva inviato le risposte.

BEPPEGRILLO.IT – Nel blog di Beppe Grillo si parla di “abominio della vivisezione” (10 febbraio 2013) e si rimanda a un post del 2006, “La vivisezione è inutile”:

“Ammetto che quando penso alla vivisezione animale mi vergogno della specie umana e mi sento solidale con l’agente Smith di Matrix quando dice che gli uomini non sono mammiferi, ma virus.
Io vorrei abolire la vivisezione animale per legge.
L’obiezione che viene fatta è: “la vivisezione è utile, meglio loro di noi”.
Vorrei vedere se qualcuno vivisezionasse il vostro gatto o il vostro cane come reagireste a queste parole”.

Sabato 15 giugno, nel post “StopVivisection Day!” – già citato e pubblicato pochi giorni dopo l’affair Dibattito Scienza – si ricorda che: “Alle ragioni dell’etica (condivise, nel sondaggio della Commissione Ue del 2006, dall’86% dei cittadini europei), si aggiunge l’appello sempre più stringente del mondo della scienza che afferma che il “modello animale”, non predittivo per l’uomo, è privo di valore scientifico; infatti non esiste prova statistica che ne dimostri l’efficienza e l’affidabilità”.

PROVE GENERALI DI DIBATTITO – È indubbio che la discussione sulla sperimentazione animale sia complessa e tra le più movimentate. Spesso è caratterizzata da posizioni estreme, violente, pregiudizievoli. Spesso le ragioni scientifiche e quelle morali vengono confuse, a volte magari intenzionalmente: si usa un argomento dall’aspetto scientifico (l’inutilità) per avere più forza. Sarebbe più corretto usare esclusivamente l’argomento morale: è ingiusto usare gli animali non umani a nostro vantaggio. Forse non è percepito come un argomento abbastanza forte, in grado di tenere anche quando è l’emozione a sollevare l’obiezione: “Se usare gli animali non umani serve a curare i miei figli, i miei amici, i miei genitori allora siamo autorizzati a farlo”. Sarebbe una specie di legittima difesa. Al più, una legittima offesa. Ricorrere all’inutilità, invece, spazza via anche questa domanda. Peccato però che la strategia sia fallace e che il dibattito appaia ancora profondamente segnato da convinzioni dubbie e certezze fragili.

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