La nuova Mecca del divertimento

Vang Vieng non era altro che una stazione degli autobus sulla strada dal Laos alla Thailandia, poi qualcuno ha buttato una camera d’aria nel fiume.

AQUAPARK – Il Nam Song, che attraversa un villaggio composto da poco più di tre o quattro strade, da allora si è trasformato in un parco dei divertimenti sempre più rinomato e Vang Vieng è presto assurta a meta mitizzata di legioni di giovani che vi affluiscono da tutto il mondo.

ECONOMICO – Non c’è solo il fiume, ovviamente, ad attirare l’orda, ma in generale un clima molto lassista che, grazie alla notoria disponibilità alla corruzione delle autorità laotiane, ha presto trasformato la piccola località in una Sodoma e Gomorra in miniatura. Il corso del fime è ra tappezzato di bar e il paese è una teoria unica di risto-disco-bar decorati da megaschermi che tramettono serie americane tutto il giorno.

SOSTANZE – A sostenere le folle di giovani ci pensa un fiume d’alcolici a buon prezzo, Beerlao, Lao Whisky e e cocktail come il Lao-Lao vengono via a meno di due euro al litro, tanto da essere meno cari dell’acqua minerale d’importazione. Ma c’è anche la droga, marijuana e funghi su tutti, ma non mancano le droghe sintetiche e le tradizionali droghe pesanti, vendute senza problemi anche nei pressi delle guest house gestite dalla polizia locale, che munge gli stranieri come si deve.

IMMIGRAZIONE – Sono infatti gli stranieri ad alimentare il boom con le lor iniziative imprenditoriali, che vanno dal tappezzare il piume di bar alla predisposizione di alloggi per i turisti. Oggi nella provincia risiedono 3 stranieri per ogni locale e a Vang Vieng il rpporto arriva a 15 a 1. Inevitabilmente si sono affacciate proteste e problemi di convivenza, perché le popolazioni contadine del luogo non erano certo abituate a un lifestyle del genere.

IL DEBOSCIO – Perennemente ubriachi quando non dormono, la maggior parte dei giovani che arriva a Vang Vieng è poco interessata al trekking nella natura e al più si avventura nel fiume, che per gli ubriachi resta un pericolo notevole, visto che solo l’anno scorso ha reclamato una ventina di vittime e un numero imprecisato di feriti. Tanto che persino nella voce di Wikipedia dedicata campeggia un avvertimento a non buttarsi nel fiume imprudentemente.

I GGGIOVANI – La fama del villaggio è confermata dall’uso ripetuto del termine debauchery, inusuale quanto corretto, almeno a giudicare dalle immagini e dai commenti reperibili in rete, che ne parlano come di un paradiso dell’eccesso a buon mercato, ambito dai giovani giramondo più intressati a sfasciarsi a buon mercato, che a esplorare paesi e culture diverse.

 

 

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