Pavia, doppio libretto universitario per gli studenti trans grazie alla tenacia di Cecilia

20/09/2017 di Redazione

Anche all’Ateneo di Pavia arriva il doppio libretto universitario per gli studenti trans. Il merito è tutto di Cecilia, 26 anni, laureanda in letteratura europea e americana e studentessa in transizione. All’anagrafe si chiama ancora Mauro, ma – in attesa della lenta burocrazia italiana – agli appelli potrà presentarsi con il suo nuovo nome. Non che ci sia voluto poco a ottenere il primo documento che attesta il suo cambio di sesso: «Ci ho messo tre anni. Quasi quanto a laurearmi», spiega a La Stampa. «Per il riconoscimento anagrafico anche sulla carta di identità ci vorranno ancora 7 o 8 mesi».

Quello di Cecilia sarà il primo doppio libretto universitario per gli studenti trans dell’ateneo lombardo, ma in Italia ne sono già stati emessi altri, come riporta il quotidiano torinese:

Lei è la prima studentessa dell’Università di Pavia dotata di doppio libretto, con il vecchio nome e quello vero, come racconta la “Provincia pavese”. Non è la prima in Italia. A Torino, alla Bicocca di Milano, a Perugia, a Urbino e Genova il doppio libretto per gli studenti universitari in fase di transizione di genere è già una realtà. Ma ogni volta è una battaglia. Soprattutto contro la burocrazia, come ammette il professore Fabio Rugge, rettore dell’ateneo pavese: «Sono situazioni in cui le norme sono carenti. Le università sono lasciate sole a trovare la soluzione. Come ateneo esercitiamo ovviamente una speciale forma di tolleranza critica. Volevamo trovare una soluzione per venire incontro agli studenti, alle persone, al di là del genere. Ci abbiamo impiegato tre anni. Il Senato accademico ha deciso all’unanimità».

DOPPIO LIBRETTO UNIVERSITARIO PER GLI STUDENTI TRANS, COME FUNZIONA

In cosa consiste concretamente il doppio libretto universitario per gli studenti trans? Sostanzialmente è un clone del primo, eccetto che per il nome dello studente, che – oltre al documento elettronico su cui trascrivere i voti degli esami – riceverà anche un secondo badge con la nuova identità. In questo modo potrà scriversi all’esame usando il nuovo libretto e presentarsi all’appello con il nuovo badge. Poi saranno i sistemi informatici dell’ateneo a trascrivere il voto dal nuovo a vecchio libretto elettronico. Ovviamente sempre che l’esame sia stato superato, ma questo non sembra un problema per Cecilia, che ha una media altissima.

Senza il doppio libretto universitario, la vita di uno studente trans non è semplice. «Fino ad ora prima di sostenere un esame mandavo una mail al professore dicendo qual è il mio vero nome. Non è solo una questione di privacy: quando sostieni un esame non puoi neanche pensare alle spiegazioni che magari devi dare a persone sconosciute quando all’appello viene chiamato Mauro e poi si presenta Cecilia. Con il rischio che il professore si dimentichi della mail che gli avevo mandato», ha spiegato Cecilia a La Stampa, specificando che – fortunatamente – non le sono mai capitati episodi di discriminazione, né dentro né fuori dall’Università. «Ma è impensabile che nel 2017 non ci sia una normativa unica sui luoghi di studio», osserva la 26enne e ha ragione. La soluzione al problema degli studenti che stanno attendendo la trascrizione all’anagrafe del loro cambio di sesso non può essere lasciata tutta sulle loro spalle o ricadere sulla creatività burocratica degli atenei dotati di buon senso.

Il doppio libretto universitario per gli studenti trans è una buona soluzione da un punto di vista pratico: negli Stati Uniti se ne sono dotati 150 atenei. In molti Paesi d’Europa, invece, il problema non si pone, dato che il riconoscimento all’anagrafe della nuova identità avviene all’inizio delle pratiche per il cambio di sesso e non alla fine, come in Italia, dove però sono ancora poche le università che si sono adeguate.

Foto copertina: dal profilo Facebook della studentessa

 

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