Trump-Russia, Telegram craccato da spie dell’FSB?

12/01/2017 di Redazione

di Maurizio Monaci.

 

Il report di intelligence sul presidente eletto Donald Trump, trafugato e postato in rete, riporta in primo piano il discorso sula sicurezza delle comunicazioni online. Secondo quanto riportato nel documento, l’FSB russo (la struttura che nel 1991 ha sostituito il famoso KGB) avrebbe trovato il modo di violare la criptazione dei messaggi inviati attraverso Telegram.

 

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TRUMP-RUSSIA, TELEGRAM CRACCATO?

Fondato dall’imprenditore russo Pavel Durov, Telegram è diventato rapidamente una valida e sicura alternativa alle app di messaggistica come WhatsApp, soprattutto in paesi come la Russia e l’Iran dove la censura picchia duro. L’applicazione garantisce, a dire degli sviluppatori, una sicurezza elevata grazie anche alla cifratura end-to-end attivabile con l’opzione ‘chat segreta’ e con alcune opzioni aggiuntive che permettono ad esempio di auto-cancellare i messaggi inviati e ricevuti dopo un dato lasso di tempo. Le accuse mosse dal report di intelligence non spiegano come gli 007 russi avrebbero violato la sicurezza di Telegram, ma asseriscono con forza la ‘non sicurezza’ dell’app stessa.

TRUMP-RUSSIA, PER IL FONDATORE DI TELEGRAM REPORT FALSO

Durov ha dichiarato: «Credo che il report sia un falso. Se così non fosse potrebbe riferirsi alla storia delle intercettazioni di alcuni messaggi da parte dell’FSB nell’aprile 2016». Il caso menzionato dal creatore di Telegram fa riferimento alle accuse mosse all’operatore telefonico russo MTS, che avrebbe collaborato con il governo di Mosca per smascherare due attivisti politici anti Putin. Nello specifico però non sarebbe stata violata la sicurezza stessa del programma, ma si sarebbe preso possesso delle due utenze cellulari grazie alla collaborazione del carrier telefonico che avrebbe disattivato le utenze stesse per poi prenderne il possesso.

TELEGRAM CRACCATO, COME DIFENDERSI

Telegram, come altre app di messagistica, lega l’account utente al proprio numero cellulare: una volta ‘rubato’ il numero basta loggarsi e intercettare quindi tutti i messaggi spacciandosi come il vero proprietario del numero. Per ovviare a qualsiasi tipo di problema di sicurezza Telegram stesso consiglia ai propri utenti di attivare l’autenticazione in due fasi che rende vano l’attacco descritto. Telegram non ha comunque apportato al momento alcun cambiamento al suo algoritmo di criptazione. Staremo a vedere se le accuse si riveleranno infondate o se davvero le spie russe hanno messo a repentaglio la sicurezza di milioni di utenti che si affidano alle app di chat.

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