Il dibattito repubblicano tra Donald Trump show e guerra all’ISIS

Donald Trump

è stato un po’ meno protagonista rispetto al solito nel quinto dibattito tra i candidati repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti. Il tema dominante del confronto TV sono stati il terrorismo islamico e la lotta all’ISIS, tornati d’attualità dopo gli attentati di Parigi e la strage di San Bernardino, in California.

DONALD TRUMP DIBATTITO REPUBBLICANO

– A Las Vegas si è svolto il quinto confronto televisivo tra gli aspiranti alla nomination Gop per la Casa Bianca. Organizzato dalla CNN, il dibattito si è svolto tra i nove candidati in testa nei sondaggi nazionali, guidati da ormai molti mesi da Donald Trump. Il miliardario e noto volto della TV statunitense è stato meno dominante rispetto ai precedenti confronti televisivi, e come di consueto ha ricevuto attacchi da praticamente tutti i suoi avversari. I candidati hanno discusso in prevalenza di politica estera, tema tornato prioritario nella politica americana dopo le ultime tragedie legate al terrorismo verificatesi nelle settimane scorse. Dopo gli attentati di Parigi e la strage di San Bernardino Donald Trump aveva chiesto di vietare l’ingresso negli Stati Uniti a persone di fede islamica. La proposta è stata vigorosamente criticata, e Jeb Bush ha domandato all’immobiliarista leader nei sondaggi di non insultare la presidenza con i suoi costanti attacchi denigratori. Donald Trump ha risposto con il consueto sarcasmo agli attacchi dell’ex governatore della Florida, ma gradualmente è apparso spegnersi nel corso del dibattito. Il suo primato demoscopico rimane indiscusso, per il momento, e il suo consenso è cresciuto dopo il ritorno del terrorismo al centro dell’agenda politica. La graduale eclissi dell’altro candidato anti establishment, Ben Carson, ha spinto ancora più verso l’alto i consensi di Donald Trump.


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DIBATTITO REPUBBLICANO: GLI ALTRI CANDIDATI

– Donald Trump non aveva bisogno di emergere in questo dibattito televisivo, e sembra difficile che il nuovo confronto TV possa per il momento modificare la traiettoria delle primarie repubblicane. Oltre a un Jeb Bush più vivace e convincente, anche se certo lontano da una performance capace di resuscitare una campagna in grande difficoltà, si è notata l’attenzione di Ted Cruz nei confronti di Marco Rubio. Il senatore della Florida è stato più volte criticato per le sue posizioni lontane dall’ortodossia repubblicana dal suo collega del Texas, e benchè Rubio abbia ancora una volta dimostrato il suo talento verbale la sua immagine potrebbe essere stata colpita. Negli ultimi 5 mesi le primarie repubblicane sono state dominate dalla figura di Donald Trump, ma se la sua candidatura si indebolisse quando le operazioni di voto inizieranno tra circa un mese e mezzo, come già successo in passato a chi guidava i sondaggi, Ted Cruz e Marco Rubio sembrerebbero i favoriti per ereditarne il primato repubblicano. Al di là di alcuni buoni momenti, gli altri candidati, in particolare Ben Carson, sono rimasti prevalentemente sullo sfondo, e sembrano per ora impossibilitati ad attirare l’attenzione mediatica necessaria per risollevare le loro campagne oscure dal Donald Trump Show. Quando i voti arriveranno, la situazione però potrebbe cambiare.

Photo credit: Ethan Miller/Getty Images

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