Donald Trump: come vanno i primi giorni da candidato repubblicano

13/05/2016 di Andrea Mollica

Donald Trump sta delineando la sua strategia da candidato repubblicano alle presidenziali 2016. Dopo settimane di scontri sempre più duri il miliardario si è incontrato con Paul Ryan, il presidente della Camera dei Rappresentanti, e i leader congressuali del Gop per ritrovare una difficile unità. Gli ultimi sondaggi rilevano una crescita dei consensi di Donald Trump, che dovrà scegliere se continuare a fare il candidato anti sistema o profilarsi come un candidato più tradizionale, per quanto possibile.

DONALD TRUMP CANDIDATO

Donald Trump è diventato, de facto, il candidato repubblicano alle elezioni di martedì 8 novembre 2016 dopo le sospensioni delle campagne dei suoi ultimi avversari, Ted Cruz e John Kasich. Il presidente del comitato nazionale repubblicano, Reince Preibus, dopo averlo definito  presumptive nominee, il candidato non ancora ufficiale alle presidenziali – la nomina avviene solo all’ultimo giorno della Convention – ha accompagnato Trump in un tour di riconciliazione coi vertici repubblicani. Il candidato del Gop si è incontrato coi leader congressuali, e con il presidente della Camera, Paul Ryan, che dopo le primarie in Indiana si era spinto a dire di non esser pronto a votare per la nomination repubblicana.

DONALD TRUMP CANDIDATO PAUL RYAN

Il candidato non ufficiale ha il compito di organizzare la Convention, scegliendo ad esempio il programma presidenziale o  l’ordine degli interventi. Trump aveva minacciato di rimuovere Paul Ryan dal suo ruolo di presidente della Convention di Cleveland, dopo che lo Speaker della Camera aveva detto di non volerlo appoggiare. Per questo motivo l’incontro tra i due era il confronto più atteso: la riconciliazione non è stata trovata, ma i toni sono diventati molto meno conflittuali. Donald Trump ha bisogno del partito repubblicano, in particolare per quanto riguarda la campagna fondi. Alle primarie il miliardario di NYC ha speso relativamente poco, rinunciando agli spot e una solida organizzazione sul campo grazie all’enorme copertura mediatica assicuratagli da TV e media. Alle presidenziali però Trump e il partito nazionale vogliono condividere una strategia comune per poter finanziare la sfida a Hillary Clinton.

DONALD TRUMP CANDIDATO SONDAGGI

L’establishment repubblicano, in prevalenza ostile a Donald Trump, è altrettanto consapevole che non può fare la guerra al suo candidato alla Casa Bianca. Una strategia obbligata per evitare un collasso alle elezioni per Senato e Camera che si svolgono in contemporanea alle presidenziali. Gli ultimi sondaggi, condotti dopo la sostanziale fine delle primarie, rilevano Donald Trump più vicino a Hillary Clinton. La maggior compattezza dell’elettorato conservatore ha aumentato i consensi verso il miliardario di NYC, mentre la candidata democratica, non ancora presumptive nominee, paga la sua impopolarità. Donald Trump sembra avere chance per la Casa Bianca, anche se rimane sfavorito. La guerra all’establishment gli ha fatto vincere le primarie, ma contro i Repubblicani sarebbe destinato alla sconfitta. La sintesi appare difficile da trovare, anche per il sensazionalismo mediatico che accompagna il candidato repubblicano. Il suo ex maggiordomo ha dichiarato di voler veder impiccato Barack Obama, e son ricomparsi i titoli che inquietano l’establishment Gop.

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