Doina Matei torna in carcere per colpa delle foto su Facebook

Torna in carcere Doina Matei, la killer di Vanessa Russo, uccisa a 23 anni in un omicidio praeterintenzionale nella metro di Roma: un’ombrellata in un occhio dopo che la Russo aveva spinto la Matei per caso. Sedici anni di carcere nella struttura penitenziaria della Giudecca veneziana, di cui otto già scontati e la misura della semilibertà accordata per buona condotta: un permesso premio di cui stava fruendo l’ha però fatta condannare dal magistrato di sorveglianza a ritornare al regime di detenzione integrale.

DOINA MATEI IN CARCERE DOPO LE FOTO SU FACEBOOK

Il Corriere della Sera spiega:

In questi giorni stava usufruendo di un permesso premio che le consentiva di dormire all’esterno e stava già pensando al prossimo per la Pasqua ortodossa del primo maggio. «Questo è un brutto passo indietro per la mia assistita – ha commentato l’avvocato Nino Marazzita, suo difensore -. Forse dovuto all’effetto del polverone mediatico che si è sollevato sul caso dopo la pubblicazione di quelle foto. Ma la sospensione durerà giusto il tempo di discuterla davanti al tribunale di Venezia».

 

 

Qualche foto al mare, al Lido, in costume: Vincenzo Semeraro, magistrato di sorveglianza nel capoluogo veneto, ha ritenuto fosse sufficiente e ha revocato la semilibertà, la misura per cui Doina Matei poteva girare liberamente per Venezia, salvo tornare in carcere la sera dalle 22 alle 6 del mattino.

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Uno sconto di pena riconosciuto per la buona condotta e per il suo pentimento: «Vanessa (la vittima aveva 23 anni, ndr) non aveva vissuto molti giorni felici, tutti gli altri glieli avevo tolti io – scrisse lei in un racconto, La ragazza con l’ombrello, aiutata dalla giornalista Franca Leosini – E’ sopratutto la felicità possibile che le ho sottratto che mi logora con tormento maggiore. Ho provato a dire alla madre, ai fratelli di Vanessa, il mio tormento, lo sgomento, il rimorso per quei suoi giorni senza futuro. Ho invocato il perdono. Non ho avuto risposta. Tocca a me, ora, comprendere il rifiuto, il disprezzo anche»

 

 

Ma la foto su Facebook al mare ha causato sgomento fra i commentatori dei social: “Pena di morte”, ha commentato qualcuno.

«Esiste il diritto alla felicità anche per chi ha commesso un grave delitto, se la pena è stata regolarmente scontata», hanno replicato altri. «Sono sconvolta, non sapevo di non poter usare Facebook. Mi spiace molto se ho fatto del male a qualcuno….», si è difesa Doina che già sognava l’affidamento in prova ai servizi sociali per tornare a vivere coi suoi bambini.

(Photocredit copertina: ANSA)

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