Disastro Alitalia, condanne pesanti per Cimoli e gli altri dirigenti

8 anni e 8 mesi di condanna per Giancarlo Cimoli, presidente e amministratore delegato della compagnia dal maggio 2004 al febbraio 2007 e condanne pesanti per altri 3 amministratori di Alitalia nel periodo.

Fiumicino Alitalia
Un Airbus A320 di Alitalia con lo schema studiato nel 2005 (PATRIK STOLLARZ/AFP/Getty Images)

CONDANNE E ASSOLUZIONI AL PROCESSO ALITALIA –

I giudici hanno concluso che durante la gestione di Giancarlo Cimoli l’Alitalia fu minata da decisioni disastrose, tali da configurare veri e propri reati a carico degli amministratori dell’epoca. Assolti, con la formula di “non aver commesso il fatto” gli ex funzionari Giancarlo Zeni e Leopoldo Conforti; e “perché il fatto non costituisce reato” Gennaro Tocci, già responsabile del settore acquisti e gestione asset flotta dell’azienda. Invece il processo legato al dissesto della vecchia Alitalia e alle perdite di oltre 4 miliardi di euro provocate da una serie di operazioni “abnormi o ingiustificate sotto il profilo economico e gestionale” nel periodo compreso tra il 2001 e il 2007, è pervenuto alla condanna a otto anni e otto mesi di reclusione anche Giancarlo Cimoli, presidente e amministratore delegato della compagnia dal maggio 2004 al febbraio 2007; di sei anni e mezzo a Pierluigi Ceschia, ex responsabile del settore finanza straordinaria; di 6 anni  a Gabriele Spazzadeschi, all’epoca direttore centrale del settore amministrazione e finanza; e di 5 anni a Francesco Mengozzi, AD dal febbraio 2001 al febbraio 2004.

PENE ACCESSORIE, MULTE E RISARCIMENTI –

Per tutti è stata stabilita l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e lo stato di interdizione legale per la durata della pena. Cimoli, Spazzadeschi, Ceschia e Mengozzi, dovranno inoltre risarcire oltre 355 milioni di euro alle parti civili rappresentate dai commissari straordinari pro tempore, e cioè Alitalia Linee Aeree Italiana spa, Alitalia Servizi spa, Alitalia Airport spa, Alitalia Express spa e Volare spa. Risarcimenti sono stati disposti anche a favore di un migliaio di danneggiati, tra azionisti e rispamiatori, per importi che vanno da un minimo di 1500 euro a un massimo di 73mila. Si tratta dei danni – hanno stabilito i giudici – derivanti dal reato di bancarotta. Il solo Cimoli, che è tenuto pagare anche una multa di 240mila euro, dovrà versare ben 160 milioni di euro.

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COME HANNO SCAVATO UN BUCO MILIONARIO –

Sotto accusa il bilancio del settore Cargo, nel quale operavano il doppio dei piloti necessari, ma anche l’acquisto della compagnia aerea Volare comprata nell’aprile 2006 versando 38 milioni di euro, prezzo fondato su stime «soggettive». Male per i giudici anche la vendita di Eurofly al prezzo «incongruo e irragionevole» di 14 milioni circa, aggravata dalla contestuale cessione di 13 aerei a un prezzo così vantaggioso che il compratore, quando li rivendette, realizzò «in un brevissimo arco di tempo plusvalenze per circa 5 milioni».

 

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