Cosa dice (davvero) lo studio sulla mortalità dei gay sposati citato da padre Giorgio Carbone

Padre Giorgio Carbone ha citato dal palco del Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione un autorevole studio danese sulle coppie omosessuali, sostenendo che dimostri come le coppia omosessuali sposate vivano meno a lungo di quelle eterosessuali. Intuendo l’autogol la direzione del Meeting ha censurato l’intervento al punto di sospendere ogni altro incontro dedicato al «gender» e privando così della tribuna i cattolici fanatici che stanno scatenando il panico nelle scuole.

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Padre Carbone ha affermato che:

“le coppie eterosessuali sono esposte a minori rischi cardiovascolari, respiratori, suicidio, tentato suicidio e Aids, infinitamente minori delle coppie dello stesso sesso conviventi o sposate nel Regno di Danimarca. Questo è un dato di realtà. Bisogna conoscere questi dati che abitualmente sono taciuti”.

Questo richiamo ai dati taciuti e l’insieme del discorso dicono che Carbone usi questo dato come «dimostrazione» del fatto che i matrimoni omosessuali siano intrinsecamente sbagliati e forieri di gravi conseguenze per la salute dei partecipanti, ma in realtà Carbone gioca con i numeri o gliel’hanno raccontata male, perché lo studio conclude esattamente in senso contrario, sostenendo che il matrimonio giova agli omosessuali, perché quelli che si sposano vivono più a lungo. Non per niente all’epoca fu presentato con il titolo «Gli omosessuali sposati vivono più a lungo» dalla stampa internazionale, che poi è anche il titolo della ricerca. Da qui la corsa alla direzione del Meeting a metterci una pezza e a decretare la sospensione dei dibattiti sul «gender», dai quali tutti sanno che potrebbe spuntare anche di peggio.

Con la doverosa premessa per la quale lo studio apre spiegando che le coppie omosessuali nel campione rappresentano appena l’1% di quelle registrate dallo studio, il Dr. Morten Frisch dell’università di Aalborg lo ha presentato dicendo: «In nostro studio conferma il dato secolare per il quale le persone sposate hanno una mortalità generalmente inferiore a quella delle persone non sposate o divorziate. Da un punto di vista della salute pubblica è importante cercare d’identificare i fattori e i meccanismi sottostanti». Ancora non si sa con precisione perché questo accada, ma i ricercatori sospettano che questo abbia a che fare con variabili quali il reddito, la cura della salute, il maggior supporto sociale e altri fattori che in genere rendono la vita degli sposati più protetta e confortevole di quella dei single. Ed è bene ricordare che si tratta di scostamenti statistici, non c’è dato «infinitamente» minore o maggiore di altri nello studio.

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Lo stesso si può dire per le coppie omosessuali, le coppie sposate vivono più a lungo, in quelle composte da uomini lo studio ha registrato un crollo della mortalità, parallelo al miglioramento e cura dell’HIV, che sicuramente ha aiutato, mentre in quelle composte da due donne influisce ad esempio il raddoppio del rischio per il cancro al senso. Fattori esogeni al matrimonio, che comunque nei numeri si conferma in qualche modo «benefico» per gli omosessuali come per gli eterosessuali, anche se la mortalità nelle coppie omosessuali si attesta in positivo appena sopra i valori raggiunti dai divorziati etero. Segno che i fattori esogeni, minore protezione sociale e variabili economiche penalizzano ancora le coppie omosessuali, non che il matrimonio omosessuale sia il male o che peggiori la condizione degli omosessuali. Accade il contrario:  gli omosessuali divorziati aumentano il loro rischio di morte rispetto a quelli sposati, come accade per gli etero soli o divorziati, che hanno un rischio di morte superiore a quello degli omosessuali sposati, seppure di poco.

Quella di Carbone è quindi stata una rappresentazione falsata delle conclusioni fornite dallo studio, il tentativo di dare una parvenza di serietà ai pregiudizi suoi e di quelli come lui, che si oppongono ai matrimoni omosessuali perché difendono un dogma e nulla più. Niente di nuovo, pattuglia «anti-gender» campa di falsità e di malafede e non da oggi si è dimostrata capace di stravolgere in maniera clamorosa la realtà. Per chi è capace di terrorizzare i genitori annunciando che i programmi alla tolleranza si risolveranno nell’insegnare ai bambini delle materne a masturbarsi in classe, queste sono sciocchezze. Lo sanno anche quelli del Meeting, che ora sono corsi al riparo chiudendo le porte ai fanatici «anti-gender».

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