Il professore italiano di Harvard che elogia Di Maio: «Non è un cazzaro come gli altri»

04/05/2017 di Andrea Mollica

Luigi Di Maio è stato apprezzato da un professore italiano per il suo intervento all’università di Harvard. Francesco Erspamer, docente italiano che lavora presso una delle più prestigiose università del mondo, dove insegna lingue e letterature romanze,ha elogiato il vicepresidente della Camera per quello che ha detto nel confronto organizzato dall’Harvard Ash Center for Democratic Governance and Innovation. Francesco Erspamer ha scritto su Facebook questo post, che sta diventando virale dopo la condivisione effettuata da Luigi Di Maio.

A Harvard ascoltando Di Maio, di cui sinceramente sapevo poco e nei cui confronti ero un po’ prevenuto — troppo giovane. Molto bravo e maturo, invece; dopo vent’anni di cazzari preoccupati solo di sembrare di successo (e, peggio, convinti che il successo sia l’unico valore), finalmente un discorso politico, in cui si fanno proposte e si ammettono le difficoltà che si incontreranno, il tutto esposto con competenza e una pacatezza ormai inconsueta in Italia. Penose infatti parecchie domande, fatte da italiani in vacanza a Boston e poco interessati a capire ma venuti solo per riaffermare i loro pregiudizi — uno è stato zittito dal moderatore dopo aver iniziato un comizio in cui accusava il M5S di fascismo. Continuo ad avere qualche dubbio sul M5S ma Di Maio è convincente, per me una sorpresa positiva.

Francesco Erspamer si è laureato a Roma all’università Sapienza nel 1979, per poi conseguire un dottorato in Filologia moderna nel 1982. Fino alla metà degli anni novanta è stato ricercatore presso la seconda università di Roma. Nel 1993 è diventato professore associato presso la New York University, e nel 2005 si è trasferito a Harvard. Ersparmer ha criticato anche l’intervento di un altro italiano, che aveva preso parola per accusare il M5S di fascismo. Una scelta poco apprezzata dal docente, visto che simile comportamento ha dimostrato solo l’intenzione di confermare i proprio pregiudizi.   Foto copertina: Ansa/Facebook

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