Di Maio ha spiegato di non essere il responsabile delle sue gaffe, da Pinochet a Boneschi ai canadair | VIDEO

20/07/2017 di Redazione

Di Maio ha partecipato mercoledì 19 luglio a Bersaglio Mobile, trasmissione de La7 ideata e condotta da Enrico Mentana, che ha intervistato il vicepresidente della Camera per oltre un’ora. Il lungo colloquio tra il leader M5S, il favorito per essere il candidato alla presidenza del Consiglio dei 5 Stelle, e il giornalista è stato ricco di spunti, come quando ha detto che farebbe vaccinare suo figlio. Luigi Di Maio è stato efficace come suo solito in TV, anche quando ha spiegato alcune gaffe commesse di recente. Negli ultimi giorni il vicepresidente della Camera ha enfatizzato fino ad attribuirsi il merito dell’invio dei canadair per spegnere gli incendi attraverso telefonate alle ambasciate in realtà inutili, e smentite, così come ha citato un ex parlamentare percettore di vitalizio in realtà morto l’anno scorso. Sui social media, in tempi recenti, è rimasta memorabile, e citata anche da Mentana con una battuta, l’errore su Pinochet, dittatore del Cile descritto in uno status poi corretto come venezuelano. Sollecitato sul punto dal direttore del tg de La7, Di Maio ha rimarcato di non essere il responsabile di questa come di altre gaffe che sono diventate virali sui social media, come si può vedere nel video della puntata di Bersaglio Mobile.

IL VIDEO DI LUIGI DI MAIO A BERSAGLIO MOBILE

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Il leader M5S ha fatto intuire, senza enfatizzarlo troppo, di non curare direttamente i suoi profili Facebook e Twitter, curati dai suoi collaboratori. La causa di queste gaffe sarebbero dunque errori commessi da loro, magari per una piccola incomprensione verificatasi tra Di Maio e i collaboratori nel momento di suggerimento sulle cose da scrivere.

COSA HA DETTO DI MAIO A BERSAGLIO MOBILE

Il vicepresidente della Camera ha però evidenziato come non abbia mai allontanato nessuno dei suoi assistenti per questo tipo di errori. In altri momenti della puntata Di Maio è tornato sulla vicenda canadair, ammettendo di non aver mai chiamato l’ambasciata della Francia – contattata da un generico collaboratore del suo staff – e indicando in Germania, Austria, Portogallo e Spagna, che però ieri al Foglio aveva negato, le rappresentanze diplomatiche  a cui aveva telefonato. Particolarmente rilevante è stata una mancata risposta a una domanda interessante di Enrico Mentana su Gino Strada, la cui Emergency è una delle Ong che salvano i migranti nel Mediterraneo. Di Maio ha evitato qualsiasi spiegazione in merito al suo cambio di opinione rispetto a una personalità che era arrivata seconda nelle quirinarie del M5S del 2015, vinte da Milena Gabanelli, e che poi avevano portato alla candidata alla presidenza della Repubblica di Stefano Rodotà.

 

Foto copertina: ANSA/FERMO IMMAGINE LA7

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