Delitto Garlasco, gli avvocati della famiglia di Chiara: «L’autore è stato già condannato»

27/12/2016 di Redazione

Delitto Garlasco. Gli avvocati della famiglia della vittima, Chiara Poggi,  rispondono all’apertura di una nuova inchiesta sul delitto compiuto il 13 agosto 2007, nell’ambito della quale risulta indagato Andrea Sempio, un amico del fratello della ragazza. I legali hanno depositato oggi alla Procura di Pavia gli atti relativi al processo a carico di Alberto Stasi (il 12 dicembre 2015 condannato in Cassazione a 16 anni), sottolineando «la totale infondatezza di qualsivoglia ipotesi volta a prospettare delle responsabilità di terzi nell’omicidio, il cui unico autore (Stasi, ndr) è già stato condannato da una sentenza irrevocabile emessa in nome del popolo italiano».

L’apertura di una nuova inchiesta (ad un anno esatto dalla condanna di Stasi che sembrava aver definitivamente chiuso il caso) è arrivata dopo una perizia della difesa di Stasi secondo la quale le tracce di dna rinvenute sotto le unghie della ragazza non sono del ragazzo, ma appunto di Sempio. Era stata la mamma di Stasi pochi giorni fa a chiedere alla Procura di Pavia di riaprire il processo sulla base della perizia. Richiesta poi accolta e seguita dall’iscrizione nel registro degli indagati dell’amico del fratello di Chiara.

DELITTO GARLASCO, I LEGALI DELLA FAMIGLIA POGGI SULLA NUOVA INCHIESTA

Gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, in una nota, si sono detti «dispiaciuti per il coinvolgimento di una persona risultata del tutto estranea all’accaduto e sconcertati dinanzi alle notizie di stampa secondo le quali si dovrebbe dar credito a valutazioni scientifiche effettuate da un consulente di parte (ben lontane dall’essere una perizia) all’insaputa dell’interessato e senza alcuna garanzia per il medesimo, mentre non avrebbero invece valore le accurate analisi genetiche effettuate nel processo a carico di Stasi dal professor De Stefano con la partecipazione dei consulenti di tutte le parti ed il rispetto di tutti i protocolli e le garanzie di legge». Proprio sulla base dell’accurato accertamento che era stato effettuato in contraddittorio, hanno proseguito gli avvocati della famiglia di Chiara Poggi, la Corte di Cassazione ha dato atto che sulla base dell’esame del dna prelevato sotto le unghie di Chiara «non era possibile fare alcuna considerazione in tema di identità o di esclusione, come più volte riconosciuto dagli stessi difensori dell’imputato».

Secondo gli avvocati, infine, «la condanna irrevocabile di Stasi non è certo dipesa da valutazioni inerenti il citato dna, bensì da sette diversi elementi di prova che risultano integrarsi perfettamente come tessere di un mosaico che hanno contribuito a creare un quadro d’insieme convergente verso la colpevolezza di Alberto Stasi, oltre ogni ragionevole dubbio». I legali della famiglia Poggi concludono precisando che «l’attuale Procuratore Generale di Milano non risulta aver giudicato ‘fondata’ la richiesta di revisione avanzata dalla madre del condannato, richiesta in relazione alla quale dovra’ semmai pronunciarsi la competente autorita’ giudiziaria di Brescia».

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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