La «cazzata» di David Rossi e il mistero del «gruppo della birreria»

Continua a restare alta l’attenzione sul caso di David Rossi e sulle recenti dichiarazioni dell’ex sindaco di Siena Gianluigi Piccini relative ai «festini che si svolgevano nelle ville tra l’Aretino e il mare». Un argomento su cui ieri è tornato a far luce il programma Le Iene che ha voluto approfondire queste dicerie che circolano a Siena su party a base di cocaina e di incontri con escort.

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DAVID ROSSI GRUPPO BIRRERIA, COSA SI DICE NEL SERVIZIO DELLE IENE

A questo proposito, sono state raccolte testimonianze da «persone informate» che hanno dato per certa la notizia di questi festini e che li hanno persino descritti. L’unico a non dare peso a queste voci è stato Antonio Degortes, il figlio del famoso fantino Aceto (recordman assoluto di vittorie al Palio di Siena), gestore di diversi locali della città toscana e amico di David Rossi.

Il nome di Degortes, in realtà, richiama alla memoria un altro fatto raccontato dalle cronache nazionali e  locali, proprio qualche giorno prima del suicidio di David Rossi. Un articolo del quotidiano Repubblica, datato 1° marzo 2013 (cinque giorni prima della caduta del dirigente del Monte dei Paschi di Siena dalla finestra del suo ufficio), parla di una presunta lobby politico imprenditoriale – chiamata «gruppo della birreria» – che gestiva alcuni affari economici in città. Tra questi, secondo i rumors dell’epoca, ci sarebbero state anche alcune vendite di immobili del Monte dei Paschi ai figli del fantino Aceto. È opportuno sottolineare che, per quella vicenda, Antonio e Alberto Degortes sono stati completamente scagionati, i loro fascicoli sono stati archiviati e sono anche in corso dei procedimenti per diffamazione per le querele sporte da Degortes alla stampa che si è occupata del caso.

DAVID ROSSI GRUPPO BIRRERIA, LE EVIDENZE NELLE CARTE DELLA PROCURA

Tuttavia, la storia del «gruppo della birreria» riemerge prepotentemente dalle carte della Procura (ovviamente in un contesto diverso), perché nelle motivazioni delle sentenze di archiviazione vengono riportate alcune testimonianze di persone che avrebbero sentito David Rossi parlare di questa presunta lobby. Un collega del dirigente del Monte dei Paschi Bernardo Mingrone ha riferito agli inquirenti di una cena, nel periodo in cui David Rossi si mostrava sempre più preoccupato, in cui l’uomo aveva fatto trapelare la sua partecipazione agli incontri del gruppo della birreria.

La circostanza è stata confermata anche dall’allora presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo che, agli investigatori, dice: «[David Rossi] temeva di poter subire delle conseguenze penali dalle indagini in corso (sul Monte dei Paschi e Antonveneta, ndr) e mostrava preoccupazione addirittura di essere arrestato. Legava queste sue preoccupazioni alla circostanza di aver frequentato, anche recentemente, il cosiddetto gruppo della birreria di cui si parla nelle cronache locali. Mi fece anche il nome della persona che aveva incontrato, ma non lo ricordo anche perché non conosco chi farebbe parte di questo gruppo così denominato».

DAVID ROSSI GRUPPO BIRRERIA, È QUESTA LA «CAZZATA» DI CUI PARLA NEI BIGLIETTI?

Possibile, dunque, che la «cazzata» di David Rossi, quella di cui parla in maniera criptica nei biglietti (la cui autenticità, tra l’altro, è messa in dubbio dai periti della famiglia) che avrebbe destinato alla moglie Antonella Tognazzi prima di togliersi la vita, sia legata a questo tipo di frequentazioni? E se – come si evince dalle carte degli inquirenti – questo insieme di preoccupazioni, più o meno giustificate, sono state all’origine del malessere che avrebbe portato Rossi a togliersi la vita, perché non è stata fatta luce più compiutamente su queste sue presunte frequentazioni?

Inoltre, l’intento di David Rossi era quello di comunicare con i magistrati per «dire le cose di cui era a conoscenza». Può essere che la frequentazione del gruppo della birreria (e, quindi, le sue dinamiche interne) rientrava nella lista di cose di cui parlare ai magistrati?

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