Stranieri in Italia, nel 2013-14 più “cittadini” che “clandestini”

L’integrazione degli stranieri in Italia corre ad un ritmo più veloce dell’immigrazione clandestina. È quanto emerge da un’anticipazione del XXI rapporto Ismu 2015 (che sarà diponibile tra un paio di mesi) pubblicata oggi sulle pagine del Sole 24 Ore.

 

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DATI IMMIGRAZIONE, NEL 2014 CITTADINANZA A 130MILA –

Stando ai dati diffusi dall’Istituto per lo Studio della Multietnicità nel 2014 gli stranieri (Ue ed extra Ue) che nel nostro Paese hanno acquisito la cittadinanza sono stati ben 130mila, molti di più dei circa 116mila migranti entrati in Italia nei primi otto mesi di quest’anno. E, a fronte dei 213mila stranieri sbarcati nel biennio 2013-2014, sono ben 231mila coloro che sono diventati nostri concittadini. Scrive Rossella Cadeo:

Alla fine del 2014 gli stranieri (Ue ed extra-Ue) registrati all’anagrafe in Italia hanno superato i cinque milioni (8,2% della popolazione). Ma c’è un altro dato importante: nel corso del 2014 hanno acquisito la cittadinanza quasi 130mila stranieri (+29%), un numero superiore agli ingressi di migranti registrati in Italia nei primi otto mesi di quest’anno (116mila circa). Il tasso di naturalizzazione (calcolato ogni mille stranieri residenti a inizio 2014, pari a 4,92 milioni) si aggira sul 26 per mille, con divari sul territorio: si va dai picchi del 52 e 40 per mille di Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Veneto ai valori risicati di Campania o Basilicata (intorno a 10 per mille). Numericamente sono invece le regioni con la maggiore presenza di stranieri a spiccare, con la Lombardia al primo posto (quasi 36mila riconoscimenti), seguita da Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte; all’opposto, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta non raggiungono le 500 unità. Il tasso di naturalizzazione nazionale è ancora lontano da quello svedese (poco meno di 80 per mille), ma si avvicina a quello della Francia (tra i primi Paesi a essersi aperto al cosiddetto ius soli) e supera quello tedesco. Ma i valori numerici riservano qualche sorpresa: sul milione circa di stranieri diventati cittadini in uno dei 28 Paesi Ue nel 2013, spiccano Spagna e Regno Unito (oltre 200mila), seguiti da Germania (115mila). Subito dopo, però, viene l’Italia, che con la Francia si colloca tra i cinque principali Paesi per numero di cittadinanze concesse.

IMMIGRAZIONE, VERSO LA RIFORMA –

Il risulato ottenuto dal nostro paese è ragguardevole ed è stato ottenuto nonostante i limiti della legge attualmente in vigore, la n. 91 del 1992: il requisito dei tempi di residenza in Italia per chiedere la cittadinanza e la procedura da seguire. Il testo di riforma in discussione prevede una sorta di ius soli. Uno ius soli temperato (che stabilisce che potrà diventare italiano anche chi è nato in Italia da genitori stranieri di cui «almeno uno sia nato in Italia e vi risieda legalmente, senza interruzioni, da almeno un anno antecedente alla nascita del figlio») e uno ius soli culturae (che riguarda i figli di stranieri entrati in Italia prima dei 12 anni). Verrà concessa la cittadinanza ai figli di stranieri che avranno frequentato per almeno 5 anni istituti scolastici o percorsi di formazione professionale.

(Foto di copertina: ANSA / ORIETTA SCARDINO)

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