Il giornalista aggredito da Roberto Spada non ha un contratto Rai: «Non ha garanzie in caso di infortuni»

18/11/2017 di Redazione

Oltre al danno, la beffa. Daniele Piervincenzi rischia di restare senza le tutele previste nei casi di infortunio perché non è un giornalista Rai. L’uomo, aggredito a Ostia da Roberto Spada, la cui testata ha fatto il giro del mondo, collabora al programma Nemo, in onda su Raidue, ma in realtà è sotto contratto con la Fremantle, nella posizione di programmista-regista. Del resto, basta essere appassionati di rugby per saperlo: Piervincenzi, infatti, conduce anche i pre-partita e i post-partita dei match della nazionale azzurra in onda su Dmax.

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DANIELE PIERVINCENZI TUTELE, LE PAROLE DI ANZALDI

A metterlo in evidenza è il parlamentare del Partito Democratico Michele Anzaldi che è anche segretario della commissione di vigilanza Rai. Le sue parole suonano come un incredibile paradosso: «Il fatto è doppiamente grave – dice -. Per prima cosa è stato fatto credere a milioni di italiani che Piervincenzi sia un giornalista Rai, quando invece è un precario sotto contratto con un’azienda che ha a sua volta un appalto con la Rai. In secondo luogo, i lavoratori come Piervincenzi (sotto contratto come programmisti-registi) hanno un serio problema di tutele e non godono di alcuna garanzia in caso di infortuni».

DANIELE PIERVINCENZI TUTELE, UNA VICENDA TUTTA ITALIANA

Anzaldi, poi, esprime una riflessione che va oltre il singolo caso di Piervincenzi e analizza le tante situazioni simili alla sua in Rai. Secondo il deputato del Partito Democratico si tratta di una pratica diffusa ma non giustificabile: «Il risparmio ottenuto impiegando invece che i giornalisti Rai dei programmisti-registi contrattualizzati da aziende appaltatrici, è del 50% – continua Anzaldi -. È quindi ammissibile che un’azienda ricca come la Rai debba mettere a rischio l’incolumità di giovani giornalisti precari e allo stesso tempo sperperare cifre milionari in ingaggi?».

Una macchia enorme, insomma, per il servizio pubblico. Piervincenzi, oltre a essere diventato il simbolo del giornalismo che non si lascia intimidire e che arriva addirittura a essere colpito dalla violenza, potrebbe ora diventare l’emblema di una situazione lavorativa tutta italiana. Dove il precariato senza tutele, nella maggior parte dei casi, gioca anche questi brutti scherzi.

Tuttavia, Fremantle – l’azienda presso cui Piervincenzi lavora – ha diffuso un comunicato che, in qualche modo, smentisce la dichiarazione di Anzaldi. «FremantleMedia – si legge – ha ovviamente assicurato Piervicenzi contro rischi di morte, invalidità e infortuni. Le spese dell’intervento subito dal giornalista in seguito all’aggressione avvenuta a Ostia sono coperte da tali polizze assicurative e la relativa pratica è stata aperta immediatamente dopo l’accaduto. Con noi ha un contratto autonomo di collaborazione giornalistica, non un contratto da programmista regista».

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