Daniele Bosio: il diplomatico italiano arrestato nelle Filippine

Daniele Bosio, 48 anni, diplomatico italiano che si trovava a «Splash Island» di Laguna, una località di vacanza che si trova non molto distante da Manila, è stato arrestato ieri perché trovato in compagnia di alcuni bambini tra i 6 e gli 11 anni. L’accusa è gravissima: violazione della legge sulla tutela ai minori. Racconta il Corriere della Sera nell’articolo a firma di Fiorenza Sarzanini:

Accade tutto due giorni fa. Il diplomatico è arrivato nella capitale da poco, va a prendere alcuni bambini. Nessuno sa bene dove li abbia prelevati, se vivano presso una casa famiglia o se abbiano i genitori. C’è anche la possibilità che li abbia incontrati per strada, adescati tra le centinaia di piccoli abbandonati e convinti a seguirlo con la promessa di un regalo. In ogni caso trascorre con loro alcune ore prima che la polizia decida di fermarlo. Ad allertare gli agenti di Laguna è stata una donna australiana impegnata in attività contro la tratta dei minori e questo alimenta il sospetto che l’uomo fosse in qualche modo tenuto sotto controllo, che nei suoi confronti ci siano stati precedenti «allertamenti». Quando gli agenti lo catturano i bambini sono ancora con Bosio. Il diplomatico viene portato presso gli uffici della polizia, intanto si decide di allertare immediatamente l’ambasciata italiana a Manila.

daniele bosio

E da lì parte la comunicazione ufficiale per il ministero degli Esteri:

Comincia l’interrogatorio preliminare per chiarire alcune circostanze, poi viene avvisato il giudice. I bimbi vengono intanto trasferiti presso la sede della Ong filippina «Bahay Tuluyan», che lavora in coordinamento con la Onlus internazionale Ecpat (End Child Prostitution, Pornography and Trafficking). Bosio nega categoricamente di aver adescato i piccoli. Spiega di averli incontrati per strada e poiché lui è impegnato in attività di difesa dei minori ha deciso di portarli con sé per poterli assistere. «È un terribile equivoco», ripete e lo dice anche al funzionario italiano che assiste a tutte le fasi della procedura. Giura di poter produrre la documentazione che prova tutto questo.

daniele bosio

Bosio rischia anche la reclusione a vita per le leggi delle Filippine. In un altro articolo il Corriere riporta la sua difesa:

Un’accusa tremenda, ma Bosio al telefono si difende e smentisce: «Non è vero, li ho solo portati alle giostre». La Farnesina, in queste ore complicate, naturalmente confida nella «buona fede » del suo diplomatico e si augura che già stamane «la vicenda si chiarirà e il nostro ambasciatore verrà rilasciato». Oltretutto, la sua storia umana e professionale indurrebbe a grande cautela: Bosio, infatti, per anni all’estero ha collaborato con illustri Ong impegnate nell’assistenza ai minori (come McDonaldHouse e BigBrothers quand’era console a New York) e pure in Italia (con la Caritas di Roma e l’associazione Peter Pan) ha dato una mano spesso e volentieri nella battaglia contro i tumori infantili. Insomma, parrebbe molto strano quest’improvviso voltafaccia: da angelo a orco. Che gli abbiano teso una trappola, un agguato? «Non penso — dice lui stesso da Laguna —. Io non ho nessun nemico, perciò non voglio parlare di fango, di sicuro non conoscevo la severità della legge filippina (la massima pena prevista per questo tipo di abusi è l’ergastolo, ndr), perciò non so cosa possa essere successo. Spero di chiarire tutto». Insomma, a quanto pare, secondo lui si tratterebbe di un gigantesco equivoco.

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