Mali: cosa sta succedendo e perché siamo in guerra

18/01/2013 di Mazzetta

La situazione in Mali è originale e non autorizza paragoni arditi con altri conflitti in corso. Dal 1992 al 20120 il Mali è stato uno dei paesi africani più stabili e con una democrazia discretamente funzionante. Nel 1991 il paese aveva vissuto la “rivoluzione di marzo” e all’epoca l’allora tenente colonnello Touré arrestò il dittatore Moussa Traoré, in seguito al rifiuto dell’esercito di sparare sulla folla e di continuare a sostenere il presidente-dittatore, che era andato al potere con un golpe nel  lontano 1968.

L’INIZIO – A gennaio del 2012 nella parte settentrionale del paese il Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad (MLNA) ha cominciato una serie d’attacchi ai presidi dell’esercito. Attacchi modesti, tuttavia l’esercito a corto di mezzi subiva la sua iniziativa e a Bamako la politica non dava segno di preoccuparsi troppo, oscillando tra proclami bellicosi e offerte di dialogo ai ribelli.

IL GOLPE – Il 22 marzo i militari si sono ammutinati e in un golpe condotto dagli ufficiali più giovani guidati dal capitano Amadou Haya Sanogo ha rovesciato, a un mese dalle previste elezioni presidenziali,  proprio Amadou Toumani Touré, che dopo aver lasciato l’esercito era stato eletto nel 2007 alla presidenza. Un golpe non troppo violento, muore una persona e una quarantina rimangono ferite a Bamako, ma il vero danno è altrove.

L’INDIPENDENZA DELL’AZAWAD – A Bamako dopo il golpe accorrono e premono sia i leader dei paesi vicini membri con il Mali della CEDEAO, la comunità economica dell’Africa occidentale che la Francia, patrono coloniale del paese. È allora che nel Nord dl paese MLNA e Ansar Dine, un movimento d’ispirazione salafita predono il controllo dell’area, che già il primo aprile si può considerare strappata al controllo del governo centrale. Il 4 aprile lo MNLA dichiara con troppo ottimismo la fine delle operazioni militari e l’indipendenza dell’Azawad, come chiamano quella parte del Mali gli indipendentisti. Ovviamene l’Azawad non lo riconosce nessuno e in seguito si capirà che lo MLNA non è in grado di controllare neppure una porzione del territorio occupato, che settimana dopo settimana cade inesorabilmente nelle mani di Ansar Dine e dei suoi alleati, più o meno inquadrabili nell’AQMI, l’al Qaeda nel Maghreb.

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