Cure fasulle e pseudo-scienze, quando il web prende il posto del medico

Affrontare delle cure mediche o stravolgere il proprio regime alimentare solo per averne sentito parlare in giro o averne letto su Internet, senza consultarsi con un vero esperto per valutarne l’efficacia. È questa una tendenza troppo frequente e pericolosa, che mette a rischio la salute di migliaia di persone, a quanto pare molto disinformate e soprattutto ingenue, e che rende necessaria più di una precisazione. È il caso di chiarire alcune delle teorie farlocche.

 

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I RESPIRIANI, VITA SENZA CIBO? –

Nella rete di bufale che spesso partono dal mondo del web per poi diventare protagoniste del passaparola in metro o al bar c’è innanzitutto il ‘respirianesimo’, il nutrirsi solo respirando, senza mangiare, la cosiddetta ‘alimentazione pranica’ (da ‘prana’, che significa ‘respiro’, ‘vita’). I ‘respiriani’ o ‘brethariani’ sono convinti che si possa vivere di aria, rinunciando a tutti i comuni alimenti, solo bevendo acqua e ingerendo la propria energia vitale o l’energia del Sole. È possibile tutto ciò? Ovviamente no. Ma in molti dicono di credere nella teoria e di metterla anche in pratica (o almeno, di provarci). La più nota promotrice del respirianesimo è stata la saggista australiana Ellen Greve, meglio conosciuta con il nome di Jasmuheen, che sull’alimentazione pranica ha scritto diversi libri, e ha sostenuto di averla seguita fino al 1993.

Sbufalare il respirianesimo non è difficile. Basterebbe affermare che non c’è traccia di alcuno studio scientifico capace di prendere seriamente in esame l’alimentazione del respiro. Ma bastano le più elementari nozioni di biologia per sapere che per la vita e il metabolismo del nostro organismo sono necessarie molte sostanze micro e macronutrienti. Complessivamente circa 50. L’ossigeno è solo una di esse. Vanno considerati decine di diversi carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e minerali. Insomma, non serve consultare un trattato di scienze per trovare conferma del fatto che senza mangiare, semplicemente, si muore. Non subito forse, ma si muore.

CALCOLI, ESPULSIONE DALLE FECI? –

Un caso di cure mediche farlocche è poi quello della pulizia del fegato, il lavaggio epatico, che sembra essere molto gettonato sia sul web che in libreria (e che viene proposto anche in qualche centro benessere). Le informazioni sull’efficacia che si trovano in giro sono, anche un questo caso, prive di alcuna prova scientifica. L’obiettivo del lavaggio epatico sarebbe quello di rimuovere i calcoli presenti nelle vie biliari e nella colecisti somministrando delle sostanze ‘purganti’. Ovviamente credere che ingerire un miscuglio di olio, sale o altro possa rivelarsi un trattamento valido è quantomeno ingenuo. Molto ingenuo. In diversi siti ben posizionati in Rete si apprende che la soluzione contro i calcoli sarebbe prendere un composto di olio, pompelmo, olio, aglio e pepe. Spesso viene fatto riferimento al libro ‘Guarire il fegato con il lavaggio epatico’, scritto dall’americano Andreas Moritz, personaggio che viene definito nelle biografie disponibili sul web un esperto di medicina vibrazionale. Nel libro per la pulizia del fegato viene consigliata una notte di digiuno e l’assunzione al mattino di una miscela calda di olio d’oliva (2/3 della tazza) e succo di limone (per 1/3), e viene consigliato di sdraiarsi, dopo aver bevuto, sul lato destro. Secondo le istruzioni i calcoli biliari dovrebbero essere espulsi con le feci, a distanza di poche ore.

A spiegare che si tratta solo di un mito è stata la prestigiosa rivista scientifica The Lancet, sottolineando come siano fuorviante alcune affermazioni di Mortiz. The Lancet ha pubblicato i risultati di un test, che toglie ogni dubbio sulla (non) efficacia del metodo di Moritz, compiuta su una donna di 40 anni con calcoli alla cistifellea di 1-2 mm. Ebbene, la rivista scientifica ha spiegato che quelle ‘pietre’ verde semisolide espulse dal corpo con le feci dopo aver seguito le istruzioni per la fantomatica pulizia del fegato non hanno una struttura cristallina, e non contengono affatto colesterolo, biliburina o calcio (come invece su Internet ripetono in molti). Esse sarebbero effetto dell’azione della lipasi gastrica sui trigliceridi semplici e misti dell’olio. In effetti gli esami sulla paziente effettuati a fine ‘trattamento’ hanno dimostrato che il problema di calcoli non era stato affatto risolto.

(Foto di copertina: Joe Raedle / Getty Images)

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