Cranio Randagio, l’autopsia conferma: «Non aveva problemi di cuore, sono altre le cause del decesso»

15/11/2016 di Redazione

Continuano le indagini sulla morte del rapper Cranio Randagio, che ha perso la vita dopo una festa tra amici in un appartamento alla Balduina, Roma. Ora è caccia aperta agli caccia agli spacciatori che hanno venduto la droga a Cranio e ai suoi amici. Sarebbero almeno due – secondo quanto riferisce oggi Il Messaggero – i pusher che la polizia del commissariato di Monte Mario sta cercando. I ragazzi presenti la sera con l’artista hanno dichiarato di aver fumato tanta marijuana unita a dell’alcool. Secondo quanto emerge dall’autopsia il  ragazzo non soffriva di problemi di cuore, quindi non è stata una patologia cardiaca a ucciderlo. Riporta Il Messaggero:

I primi risultati dell’autopsia eseguita al Gemelli rivelano che Cranio Randagio non soffriva di cuore, e quindi non può essere stata una patologia a stroncare il cantante. Il mix di alcol e stupefacente rimane probabilmente la causa della sua morte. Ma gli investigatori sospettano che il rapper possa non avere fumato solo marijuana, il sospetto è che abbia consumato anche droghe di un altro tipo. Per questo bisognerà aspettare i risultati degli esami tossicologici. Gli amici hanno raccontato che Vittorio Bos a volte faceva uso di metanfetamine, e potrebbe averlo fatto anche la sera che è morto. In procura (le indagini sono coordinate dal pm Paola Guglielmi) è stato aperto per ora un fascicolo contro ignoti per morte come conseguenza di un altro reato.

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CRANIO RANDAGIO: LA RICOSTRUZIONE DEGLI AMICI

Cosa è successo venerdì sera? Cranio Randagio si trovava a una festa in via Anneo Lucano. Dodici persone, tanta marijuana e alcool. Dopo il festino nell’appartamento rimangono i due fratelli figli del padrone di casa, Vittorio Bos (in arte Cranio) e un altro amico. I ragazzi si addormentano e si svegliano alle 14. Anche Cranio, ma pochi minuti dopo si accascia. Riporta sempre il Messaggero:

«Ci è morto tra le braccia», hanno raccontato gli amici «lo avevamo visto che continuava a dormire, all’inizio non ci siamo preoccupati, dopo un po’ siamo andati a svegliarlo e lui era vivo. La sera prima ci eravamo ammazzati di canne e avevamo bevuto un sacco. Quando si è svegliato sembrava che stava bene, poi all’improvviso si è accasciato. Abbiamo tentato di rianimarlo, ma non si riprendeva e abbiamo chiamato l’ambulanza». La richiesta di aiuto passa dal 118 all 112 europeo e poco dopo in via Anneo Lucano arriva anche la polizia. Nell’appartamento non vengono trovate tracce di marijuana, gli investigatori hanno sequestrato i telefonini ai ragazzi della festa per controllare le chiamate in entrata e in uscita anche dei giorni precedenti.

 

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