Cosa succede a mettersi contro Google

La storia della punizione di «Rap Genius» illumina un problema reale, posto dalla posizione di monopolio di un gigante come Google, che fa e disfa le regole a suo piacimento.

rap geniusIL SITO SPARITO – Gli utenti che cercano il sito di Rap Genius attraverso Google non lo trovano, ci sono solo riferimenti al sito da parte di terzi, ma del sito dedicato alla musica rap e hip-hop non c’è traccia, bisogna rivolgersi a Bing o ad altri concorrenti per trovarlo.

LA PUNIZIONE DEI FURBETTI – La cancellazione ha fatto seguito al tentativo abbastanza puerile di scalare il ranking di Google proponendo a blog e ad altri siti di pubblicare tra il loro codice una serie di link nei quali è compreso il nome di Justin Bieber, idolo delle folle e dei motori di ricerca. Il trucco, decisamente antico, permette di apparire agli occhi dei motori di ricerca come un sito al centro dell’interesse di altri, aiutandolo a scalare il rank di Google e a piazzarsi meglio nelle ricerche.

LA PUNIZIONE – Però Google se n’è accorta e ha cancellato il sito dal motore di ricerca per rappresaglia. Non è la prima volta e quelli di Rap Genius si sono resi protagonisti di un tentativo velleitario finito male. Non si tratta di una condanna definitiva, di solito una volta chiarita la situazione con i monelli il bando viene rimosso, ma tuttavia la dinamica della faccenda dimostra come Google sia in grado di dettare e imporre le regole a chiunque abbia un sito internet visto che, come dimostra il grafico sopra, la rimozione dal popolare motore di ricerca comporta un crollo verticale degli accessi allo stesso.

UN MONOPOLIO PROBLEMATICO – Google ha ovviamente il pieno diritto di fare quel che vuole, non esiste il diritto ad apparire sul suo motore di ricerca ed è chiaro che interventi del genere servano da deterrente a chi prova a inquinare o dirottare le ricerche a proprio vantaggio. Ma resta la questione di un potere immenso che si concentra nelle mani di un solo soggetto, che con un click può privare un sito della maggior parte del traffico.

LA REAZIONE DEI PUNITI – Quelli di Genius Rap per ora hanno abbozzato e scritto una lettera aperta nella quale tra le righe ammettono la loro colpa, invitando però Google a guardare a quel che combinano altri siti che offrono la ricerca di liriche e canzoni. Non proprio le scuse di chi ha fatto il monello, ma lo scambio di link ricade in un’area grigia anche per Google, che punisce il commercio dei link, ma non fa parola degli scambi di questo genere e quindi quelli di Rap Genius possono dire di non aver infranto alcuna regola scritta, anche se non serve a molto per risolvere la questione.

(Photo: Christoph Dernbach/dpa)

 

 

 

Share this article