Corte Costituzionale, parla Augusto Barbera: “Se c’è un altro nome il mio è a disposizione”

E’ ancora in piena empasse la situazione della Corte Costituzionale: il Parlamento non riesce a sbloccarsi e a raggiungere la maggioranza dei voti necessari per l’elezione dei membri non togati della Consulta. Rimane sul piatto la candidatura di Augusto Barbera, costituzionalista dell’università di Bologna e ministro con il governo Ciampi dei Rapporti con il Parlamento, candidatura confermata dal Partito Democratico. E’ proprio lui ad essere intervistato da Liana Milella su Repubblica.

CORTE COSTITUZIONALE, AUGUSTO BARBERA A DISPOSIZIONE: “SE C’E’ UN ALTRO NOME MI RITIRO”

Il giurista non fa mistero di essere interessato a diventare giudice della Corte Costituzionale, ma sostiene anche di non essere interessato ad una lotta a tutti i costi.

«Sono tranquillo e sereno. Non ho cercato questa candidatura, l’ho solo accettata perché non avrei potuto non farlo, è un onore ricevere la proposta di andare alla Corte costituzionale».

Ha letto della preoccupazione di Mattarella? Il Pd si tirerà indietro su di lei?
«Oggi ho visto sui giornali le dichiarazioni del ministro Boschi che, a domanda se il Pd cambia idea, ha ribadito che “il nostro candidato è Barbera”».

Lei ha provato a parlare con M5S?
«No assolutamente, ma non ho neppure sentito altri. Conosco tantissimi parlamentari ma non ne ho chiamato neppure uno, al punto da ricevere qualche amichevole rimostranza. Ho solo fatto una telefonata a Zanda e Rosato (i due capigruppo del Pd di Senato e Camera, ndr.) per ringraziarli. Loro mi hanno detto che insisteranno sul mio nome».

Come si spiega che M5S ce l’abbia tanto con lei?
«Dal mio punto di vista è una preclusione inspiegabile. Per discrezione ho preferito non fare alcun passo nei loro confronti. Diventare giudice costituzionale ovviamente mi interessa, ma non fino al punto di entrare in una trattativa. Tant’è che le mie informazioni derivano dai giornali e dalle agenzie».

Che ne pensa di Modugno, il candidato di M5S?
«Ci conosciamo da una vita, è un ottimo studioso».

M5S dice che potrebbe anche votarla se il candidato forzista Sisto lascia la partita…
«…sì, ho visto, ma non posso commentare ».

Il veto del Movimento Cinque Stelle sul nome dello studioso rimane, a detta dei pentastellati, perché il giurista si sarebbe eccessivamente esposto nella difesa delle riforme del governo Renzi.

LEGGI ANCHE: Corte Costituzionale, Laura Boldrini: “Dal 15 una votazione al giorno”

Barbera risponde.

Il pentastellato Toninelli la accusa di aver difeso la riforma Boschi e l’Italicum…
«Mah… in 50 anni di attività accademica non è certo l’unica cosa che ho fatto… ».

Col senno di poi non s’è rimproverato quell’appoggio che adesso rischia di farle perdere la Corte?
«Se lei cerca nell’archivio del Corriere della sera ci troverà un’intervista a Francesco Cossiga del 17 ottobre 2008, in cui raccontava che nel 1986 voleva nominarmi alla Consulta, ma fu bloccato dall’allora segretario del Pci Natta e dal responsabile dei problemi dello Stato Tortorella, i quali si precipitarono al Quirinale per dire che sì, io ero un ottimo compagno, ma agivo in modo troppo indipendente. Allora fu poi nominato Antonio Baldassare…».

Quindi su riforma e Italicum nessun rimorso?
«Ho sempre fatto battaglie perché ci credo»
.
Direbbe anche adesso se sono buone riforme?
«Se rispondo di sì poi Toninelli mi attacca… ».

In ogni caso, continua Barbera, il suo nome è a disposizione in un senso o nell’altro.

Grasso e Boldrini dicono che bisogna cambiare il metodo seguito finora nella trattativa. Lei che errori vede?
«Volutamente io mi sono tenuto lontano ».

E della loro richiesta di un nome condiviso?
«Se lo trovano va benissimo, io sono sempre disponibile a farmi da parte se c’è un nome che sta bene a tutti. Ma ribadisco che la mia è una candidatura a disposizione di tutti».

A questo punto Barbera dice: «Avrei preferito non parlare, perché qualsiasi cosa dico può sembrare inopportuna… ».

Foto: AnsaFoto

Share this article