Crisi nella crisi in Venezuela, dove i contraccettivi sono diventati introvabili

Un aspetto poco noto della crisi venezuelana è la difficoltà di accesso ai farmaci, dagli antibiotici a quelli antitumorali. Scarseggiano sui banchi e quelli che ancora arrivano dall’estero hanno prezzi inaccessibili per i cittadini. Vale anche per i contraccettivi, che prima invece venivano distribuiti gratuitamente negli ospedali pubblici o attraverso i programmi governativi, tutti sospesi ora a causa della crisi. Quelli importati e venduti in farmacia avevano comunque prezzi calmierati, perché era il governo a stabilire vantaggiosi tassi di cambio per questo particolare tipo di prodotti. Il sistema ora è saltato e le conseguenze sono disastrose.

I contraccettivi in Venezuela sono diventati introvabili: i preservativi costano troppo e le marche vendute sono comunque poco affidabili. Le pillole anticoncezionali, invece – secondo la Federazione farmaceutica venezuelana – sono diminuite del 90% dal 2015. Il risultato è un’impennata di gravidanze indesiderate, un aumento delle malattie sessualmente trasmissibili e purtroppo – in un paese in cui l’interruzione di gravidanza, salvo rari casi, è ancora illegale – l’incremento dei tentativi di auto-induzione dell’aborto, con tutti i serissimi rischi annessi.

CRISI DI CONTRACCETTIVI IN VENEZUELA, DAI METODI CASALINGHI AI TENTATIVI DI ABORTO

A raccontare delle crisi dei contraccettivi in Venezuela è, in un lungo reportage, il Washington Post. I giovani intervistati raccontano gli escamotage messi in campo per cercare di preservare la propria vita sessuale: l’astinenza, infatti, è una soluzione drastica che i più escludono. Ci sono le ragazze che attraverso i social network lanciano appelli disperati per farsi inviare pillole contraccettive. Sul mercato nero, in Venezuela, le si può ancora trovare, ma il loro prezzo può arrivare a un terzo del salario medio. Ci sono i ragazzi che si dividono le confezioni di preservativi. Peccato che, quelli ancora acquistabili, pur essendo comunque importati e costosissimi, siano inaffidabili e non è raro che si forino.

E poi ci sono anche gli organi di informazione, che pubblicano articoli elencando i “rimedi casalinghi per evitare la gravidanza”. Tra quelli proposti ce ne sono alcuni a base di papaya e tè con lo zenzero. Che possano funzionare come contraccettivi è improbabile, che non proteggano dalle malattie sessualmente trasmissibili invece è certo. Nonostante non ci siano statistiche ufficiali sull’aumento dei casi di HIV, i medici sostengono che sia vertiginoso e preoccupante: secondo María Eugenia Landaeta, responsabile delle malattie infettive presso l’ospedale universitario di Caracas, il numero di malati di HIV in cura in Venezuela nel 2016 è salito a 5.600, contro i 3.000 del 2014. Secondo la dottoressa l’incremento è dovuto proprio alla crisi dei contraccettivi.

CRISI DI CONTRACCETTIVI IN VENEZUELA, MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI IN AUMENTO

Non c’è solo l’HIV: ad aumentare ovviamente è anche la diffusione delle altre malattie sessualmente trasmissibili, come gonorrea, sifilide ed herpes. Vanessa Diaz, ginecologa al Caracas University Hospital, ha detto al Washington Post che “nella pratica privata, su 10 pazienti, cinque o sei hanno una malattia sessualmente trasmissibile. Due anni fa erano solo due o tre”. E anche se si tratta di patologie curabili, purtroppo spesso mancano i farmaci per farlo. In Venezuela è difficile persino trovare della penicillina.

L’antibiotico è sicuramente necessario alle donne che si provocano l’aborto. La ginecologa racconta di una ragazza che lo ha fatto con prezzemolo e detersivo per il bucato. È riuscita a interrompere la sua gravidanza, ma a causa dell’infezione, i chirurghi le hanno dovuto asportare l’utero.

 

Foto copertina: ANSA – Carlos Becerra / Anadolu Agency

 

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