Come è stata contagiata la bambina morta di malaria? Le ipotesi

06/09/2017 di Redazione

La malattia infettiva potrebbe essere stata contratta con la puntura di una zanzara vettore o in seguito a un gravissimo errore umano che ha provocato un contatto ematico. Sono queste le ipotesi di cui parlano gli esperti interpellati sul contagio della bambina di 4 anni di Trento che ieri è morta di malaria. Gli infettivologi ricordano che l’infezione viene provocata dalla puntura di una zanzara del genere Anopheles con la trasmissione di protozoi del genere Plasmodium. La malaria è endemica in diverse zone di Asia, Africa, America Latina e Centrale, isole caraibiche e Oceania, causa la morte di circa un milione di persone ogni anno, ed è la prima malattia d’importazione, trasmessa cioè da vettori, negli Stati Uniti e in Europa.

 

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MALARIA, LE IPOTESI SUL CONTAGIO: LA ZANZARA IN VALIGIA

Sul Corriere della Sera Ruggiero Corcella e Luigi Ripamonti hanno riportato il parere di Massimo Galli (professore di malattie infettive all’ateneo di Milano e primario di infettivologia all’ospedale Sacco) e di Massimo Andreoni (professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma). I due esperti hanno spiegato che esiste la possibilità che l’Anopheles sia arrivato in Italia dall’estero con qualche viaggio. A volte infatti si parla di ‘malattia aeroportuale’ «perché occorre nelle persone che abitano vicino agli aeroporti». Quel genere di zanzara «può viaggiare con i container o le valigie». «Le zanzare – dice Andreoni – vivono poco e si spostano poco. Quindi pungono al massimo le persone che vivono intorno all’aeroporto». Si tratta di casi rari ma non eccezionali.

C’è poi l’ipotesi del contagio con un contatto ematico diretto.  «Nel nostro sistema sanitario, tutta la ‘filiera del sangue’ – spiega Ancora Andreoni – dalle donazioni alle trasfusioni, è sottoposta a controlli severi e quindi possiamo affermare che le trasfusioni non trasmettono la malaria. A meno che non accada l’imponderabile o un errore umano gravissimo». Il contagio da persona a persona è comunque possibile, «come nel caso di soggetti tossicodipendenti» che si scambiano una siringa. A passare la malaria alla bambina di Trento (che non è mai stata all’estero) possono essere state persone ricoverate: «Quando la piccola Sofia era ricoverata c’erano anche due bambini affetti da malaria. Se il ceppo malarico è identico a quello degli altri due bambini è possibile ipotizzare che sia accaduto».

È esclusa del tutto l’ipotesi di un contagio  per via aerea. Il professore Paolo Grossi, direttore della clinica di malattie infettive e tropicali dell’Insubria, che ha avuto modo di vedere la cartella clinica della piccola Sofia, interpellato da Repubblica ha affermato: «È possibile trasmettere il plasmodio anche attraverso organi o trasfusioni di sangue ma si tratta di casi davvero molto limitati e mi sento di escludere questa possibilità nella situazione specifica, perché conosco l’attenzione maniacale per il controllo del sangue vigente nei nostri ospedali. Non c’è invece alcuna possibilità che la malaria si trasmetta per via aerea o attraverso altri fluidi corporei».

(Foto: ANSA / JACOPO VALENTI)

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