Quel pasticciaccio brutto del concorsone Rai

09/06/2015 di Boris Sollazzo

Lo sappiamo, i giornalisti stanno antipatici a tutti. Per molti sono solo kasta. Peccato che ci siano più di 25.000 precari che vivono con un introito annuo ben al di sotto della media nazionale di retribuzione. Alcuni vengono pagati 2 euro a pezzo, altri con qualche centesimo per ogni condivisione dei social dei loro articoli. Molti, nulla. In ogni caso la media arriva a otto euro, non c’è da lamentarsi, soprattutto se sei anche una finta partita Iva.

Per questo esercito di disperati è stato indetto un concorso Rai, richiesto per trasparenza e giustizia deontologica e persino sociale dall’Usigrai (diciamo che tra assunzioni, bacini di precari e affini, matricole necessarie, lì a Viale Mazzini non sono mai stati molto chiari). Un concorso golosissimo: pensate, si ottiene il diritto di essere un precario Rai per un triennio, con la possibilità (non la certezza) di essere chiamato a lavorare per la televisione patria. Per un periodo limitato di tempo, con un contratto a tempo determinato.
Risultato? Tra febbraio e aprile 2014 compilano e inviano il form per partecipare quasi 5000 persone. Sì, 5000 persone per un forse. Un forse che sarà appannaggio e privilegio di sole 100 persone, il 2%, tanto ampio è il lotto dei vincitori. Anzi, per dirla alla Bersani, loro saranno quelli che avranno non perso.

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Concorsone Rai

Oggi, 9 giugno, arriva agli iscritti una convocazione. Il concorso, dopo un anno e mezzo di assoluto silenzio, ricompare. E viene indetto il primo luglio 2015 a Bastia Umbra. Sarà la prima selezione: da 5000, con un test a risposta multipla, si passerà a 400.

Noi non vogliamo attaccare il servizio pubblico. Noi ci limitiamo a fare qualche domanda alla Rai. Sperando non ci risponda il cavallo.

Per chi legge ricordiamo solo due cose: la scuola di giornalismo Rai, da molto tempo il maggior serbatoio di nuovi assunti alla Radiotelevisione italiana, da 23 anni è a Perugia. Né Gubitosi (presidente Rai) né Di Trapani (numero uno Usigrai) hanno mai chiarito se sia una scuola aziendale – il che secondo la normativa dell’Ordine nazionale dei Giornalisti non permetterebbe agli alunni della stessa di farvi praticantato – e hanno parlato di prassi consolidata e rapporti maggiori (che vuol dire?) che vuole le due strutture unite. Persino troppo. Tanto che è presieduto dall’ex consigliere d’amministrazione dell’azienda Rai Nino Rizzo Nervo e diretto per conto della Rai dal suo ex conduttore e giornalista Antonio Socci.
A consolidarsi, quindi, grazie ai “rapporti maggiori”, sarebbe un’irregolarità, eventualmente.
L’altra è che Perugia è a dieci chilometri da Bastia Umbra. Ah, prima della scuola, è giusto ricordarlo, Perugia, soprattutto sotto il regno di Enrico Manca a Viale Mazzini, era sede dei concorsoni Rai.

Dunque, Mamma Rai, come fece Repubblica con Berlusconi, io una decina di domande te le farei.

1. Perché dopo più di un anno di attesa – senza alcuna informazione né comunicazione ufficiale in ben 13 mesi data a chi aveva compilato la domanda per l’ammissione al concorso, ricevendo la conferma del suo diritto di parteciparvi – il concorso si “sblocca” (quindi era bloccato? E da cosa?) e si ritiene necessario tenerlo, nella sua prima fase, il primo luglio prossimo? Con una convocazione scritta datata 8 giugno. Meno di ventuno giorni prima.

2. Perché il concorso si tiene a Bastia Umbra?

3. Il servizio pubblico, in quanto tale, non dovrebbe dare uguali possibilità a tutti i candidati? Anche e soprattutto logistiche? Chi abita nelle isole, così come chi vive nel profondo sud o nell’alto nord sarà costretto a costosi e faticosi spostamenti. E questo condizionerà la partecipazione alla prova, così come l’efficienza fisica e mentale di chi affronterà la prima prova del cosiddetto “concorsone” (a proposito qui trovate un gruppo facebook che è un forum di discussione tra i candidati: dai testi su cui prepararvi ai passaggi in macchina, troverete tutto, uno splendido esempio di solidarietà tra lavoratori)

4. Perché, essendo previsto per il primo semestre 2015, il concorso si tiene nel secondo? E con la prima fase di selezione da 5000 a 400 candidati, in piena estate? Con alcuni candidati molto probabilmente impossibilitati a raggiungere Bastia Umbra?

5. Perché il concorso si tiene in un giorno feriale? Di mercoledì poi? Avere bisogno di finire in un bacino di possibili assunti a tempo determinato alla Rai non vuol dire essere disoccupati. Cosa costava organizzarlo di sabato per permettere a tutti di non subire ulteriori danni economici? O almeno di lunedì, così da non costringere la maggior parte dei candidati a partire all’alba per raggiungere la ridente e ospitale cittadina umbra? O di prendersi due giorni di ferie? O, come è più probabile, costringere a non lavorare e quindi non guadagnare, per due giorni? Anche perché le prove successive, se Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, nel suo ultimo status su Facebook non mente (e non lo fa mai, a quanto mi risulta), si potrebbero addirittura tenere di domenica!

6. Umbria Fiera è davvero la struttura migliore per ospitare 5000 persone? Roma o Milano, facilmente e velocemente raggiungibili con un solo transfert per molti candidati (via aria e rotaia) non avevano luoghi altrettanto ricettivi?

7. Bastia Umbra, come scelta, risulta di difficile comprensione anche volendo pensare a una volontà di favorire la scuola di giornalismo di Perugia (già nel 2013 destinataria esclusiva di 35 assunzioni Rai, con la protesta di tutte le altre strutture didattiche simili della penisola). L’obbligo di essere professionisti specificato nel bando, infatti, costringe i corsisti del capoluogo umbro ad aver fatto l’esame entro aprile 2014. Il che vuol dire che o sono autentici fenomeni, oppure “assicurando” la scuola “solo” il praticantato devono essere, i “perugini”, quasi tutti del decimo biennio della scuola (quindi 2010-2012). Si sono fermati tutti a vivere a Perugia? Difficile. C’è una potentissima lobby di giornalisti umbri di cui non siamo a conoscenza? Quindi, di nuovo, perché Bastia Umbra?

8. A proposito di Bastia Umbra, visto che ne abbiamo parlato poco. Qualcuno può, in base alla trasparenza tanto sbandierata da Usigrai e Rai, darci i particolari di come è avvenuta la scelta della location? Prima Comunicazione afferma che è stata individuata con gara pubblica con tanto di sopralluogo. Ma alla Rai lo sanno che una cittadina di 22.000 abitanti non può accogliere 4982 persone che dovranno dormirvi almeno una notte? Ha già scoperto che il 57% dei posti letto è già prenotato? E parliamo di 11 strutture, tra alberghi o agriturismo.

9. Ferruccio De Bortoli, presidente della commissione, e gli altri colleghi che formeranno la commissione non dovrebbero in primis rappresentare una garanzia per i loro colleghi professionisti? L’ex direttore del Corsera e de Ilsole24ore ha dimostrato in un’onorata carriera coraggio e schiena dritta, soprattutto di fronte ai poteri forti. E quindi chiedo a lui, come a tutti gli altri 4988 tra commissari e candidati: perché non opporsi a condizioni così assurde e pretendere un trattamento equo e rispettoso dell’azienda stessa, nonché della nostra professione? Magari disertando in massa e pretendendo una data, un luogo e una trasparenza idonei all’importanza dell’evento? E Roberto Fico, presidente della commissione vigilanza Rai, come mai non parla? Il movimento 5 stelle non è contro le ombre del Sistema? O per i giornalisti, così poco amati dal loro caro leader, si fa un’eccezione?

10. Perché i sindacati – da Stampa Romana a Usigrai – esultano per un concorso che ha mancato di rispetto a chi ne ha chiesto l’ammissione? Per loro basta loro solo che esista? Oppure che venga fatto con la regolarità dovuta? A loro stanno bene solo 22 giorni, in giugno peraltro, per preparare la prima prova, ovvero, come recita il bando “un test scritto a risposta multipla (multiple choice) che verterà su tematiche attinenti la cultura generale e l’attualità (con riguardo all’ordinamento dello Stato, alle norme sulla stampa e sul sistema radiotelevisivo, alla tutela della privacy, al contratto nazionale di lavoro giornalistico, al giornalismo radiotelevisivo e cross mediale) e su nozioni di lingua inglese”. Fatto in condizioni difficili, per la collocazione geografica, l’orario, il giorno e persino per la difficoltà di trovare strutture in cui alloggiare? E persino la stagione non è quella promessa: doveva essere l’inverno (fine 2014-inizio 2015), si terranno d’estate le tre prove più colloquio, fino ad arrivare a ottobre prossimo. Non dovrebbero tutelare i propri iscritti, invece di esultare per una vittoria di Pirro? Sperando che le probabilità, già basse, siano per tutti e 4.982 le stesse, ovviamente (non c’è alcuna parte del bando che specifichi se i test saranno anonimi, per dire). E certo,  tutti questi interrogativi non aiutano a fidarsi di una azienda divenuta famosa per la lottizzazione. Già così, comunque, solo 8 precari su ogni 100 iscritti al concorso passeranno la prima fase (circa uno su 12). E uno dei 4 rimanenti le altre tre prove. Per raggiungere lo splendido risultato di rimanere precario e cacciato dalla graduatoria faticosamente raggiunta in caso di un rifiuto di essere mandato, che so, alla sede Rai più lontana da casa. Ricordo dei call center più umani.

P.S.: Parteciperò al concorso. Perché sono un inguaribile romantico.

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