Concorsi truccati, il ‘codice’ del professore per bocciare i colleghi più bravi

27/09/2017 di Redazione

Aveva messo a punto una sorta di ‘codice’ per penalizzare i candidati più bravi ed escluderli dal concorso per l’abilitazione all’insegnamento universitario. Il professore Fabrizio Amatucci, uno dei sette docenti arrestati due giorni fa con l’accusa di aver truccato l’esito di selezioni nazionali, alle sue assistenti forniva consigli su come contraffare dei giudizi, come renderli credibili nonostante fossero ingiusti. È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta ‘Chiamata alle armi’ nell’ambito della quale sono stati indagate 59 persone. Ne parla oggi Il Mattino di Napoli in un articolo a firma di Mary Liguori.

 

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CONCORSI TRUCCATI, IL ‘CODICE’ PER PREMIARE I DOCENTI PIÙ SCARSI

Le indicazioni di Amatucci, docente della Federico II di Napoli, sorprendevano anche le sue allieve. Parlando dell’esclusione di un candidato supertitolato, il professore Giuseppe Ingrao di Messina, le assistenti manifestavano il loro sdegno:

«Ma come fai a non metterlo dentro questo? Come fai?» sbotta Roberta Alfano dopo che Maria Giovanna Petrillo le ha detto che il docente associato all’ateneo siciliano «è dotato della produzione più varia, povero cristo… Tocca tutto, tutto lo scibile della speciale, alla generale, alla processuale».
«Come fai a lasciarlo fuori?», si chiedono le due che hanno esaminato i curricula dei vari candidati e quindi sono consapevoli che si sta consumando un’ingiustizia.

I docenti da abilitare sarebbero stati favoriti da un gergo per rendere accettabili delle presentazioni di candidati meno titolati. Alcune formule convenzionali accrescono il prestigio dei più scarsi. Si legge ancora sul Mattino:

Il 10 marzo del 2015 nel suo studio detta alle allieve cosa scrivere rispetto a Giuseppe Ingrao. Petrillo le fa notare che «non può essere attaccato sul piano della ricerca», ma Amatucci sa come superare l’«ostacolo». Per quelli che «hanno tutto», spiega, si deve scrivere che «non ha la maturità».

Si scrive, dunque, che «non c’è rigore metodologico adeguato alla trattazione delle tematiche». Mentre per gli altri, quelli da premiare, si mette nero su bianco che «anche se hanno curricula poveri» hanno «indagato tutti i settori, sia della parte generale che di quella speciale… eccetera…».

(Foto da archivio Ansa di un test all’università Credit: ANSA / CESARE ABBATE)

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