“Lo strano rapporto tra Coca Cola e il gruppo anti-obesi”

24/11/2015 di Redazione

Da tempo la Coca Cola è sotto accusa negli Stati Uniti, dove si imputa all’azienda il finanziamento di programmi e associazioni dedicate alla tutela della salute, che poi assumono posizioni gradite all’azienda. L’ultimo caso in ordine di tempo vede Associated Press esporre i rapporti tra l’azienda di Atlanta e il Global Energy Balance Network, attivo nella lotta all’obesità.

Global Energy Balance NetworkLE GENEROSE DONAZIONI DELLA COCA COLA –

La Coca Cola è accusata di portare avanti un progetto per enfatizzare il ruolo dell’attività fisica a scapito di quello delle bevande dolci nell’obesità. Promuovendo il movimento, che poi diventa l’imputare alla mancanza di movimento l’insorgere dell’obesità, l’azienda cerca così di distogliere l’attenzione e il biasimo rivolti al consumo dei suoi prodotti, dice AP.

IL BILANCIO ENERGETICO SECONDO COCA COLA –

Il concetto di «bilancio energetico» che l’azienda promuoverebbe non si risolverebbe che nel minimizzare il pericolo per la salute rappresentato dal consumo di bevande gassate e zuccherate , sostenendo che sia possibile «compensarlo» con l’attività fisica. Un’idea sbagliata secondo i nutrizionisti, ma un’idea ottima per deflettere lo stigma che si è accumulato negli anni sul consumo, peraltro su scala industriale, di bevande gassate e zuccherate negli Stati Uniti. Che non sono accusate solo di far prendere peso, ma anche il diabete e altre patologie.

IL GLOBAL ENERGY BALANCE NETWORK –

Nel 2014 l’azienda ha dato vita a una vera e propria lobby di accademici e ricercatori, il Global Energy Balance Network, da molti considerata uno strumento subdolo per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media verso l’esercizio fisico. Oggi Associated Press ha ottenuto una serie di mail che dimostrano come l’azienda di Atlanta dirigesse di fatto le attività del gruppo, fino alla scelta del colore del logo, suggerendo inoltre articoli, video e persino redigendo la «mission» del gruppo. Che era quella di divenire punto di riferimento per le discussioni sull’obesità, baluardo contro gli «estremismi salutisti».

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NON È VENUTA MOLTO BENE –

A corredo del tutto, anche figure imbarazzanti come la performance di Steven Blair, ricercatore dell’Università della Carolina del Sud e vice presidente del Network, che ha affermato che non ci sono prove scientifiche per sostenere che l’assunzione di bibite zuccherate sia la causa dell’aumento del peso medio degli americani. Poi è sepolto dalle critiche dei colleghi.

 

 

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