Quanto si guadagna andando in tv se si conosce un assassino (o una vittima)

Un avvocato spiega a Selvaggia Lucarelli come funziona il mercato delle ospitate della cronaca nera. Dopo le parole dei pm sulla famiglia del piccolo Loris Stival Lucarelli approfondisce la questione su Il Fatto:

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L’avvocato di uno dei protagonisti di un celebre caso di cronaca nera, è molto esplicito: “Quando un caso di omicidio diventa mediatico, nel giro di pochi giorni si viene assaliti da richieste di partecipazioni a tutti i programmi rai e mediaset. Io e il mio assistito siamo stati invitati ovunque e fin da subito ho capito che mi si spalancava davanti un mondo inquietante, anche se nel modo di lavorare ci sono differenze abissali .

“Esiste un tariffario?”
“A “Chi l’ha visto” non c’è cachet, rimborsano treni e hotel e come extra al massimo puoi usufruire di qualche pizzetta in un buffet. Idem negli altri programmi Rai, nessuno ci ha mai offerto soldi. A Mediaset le cose funzionano molto diversamente.”.
“Cioè?”
“Esiste un tariffario abbastanza preciso. Si parte da 500 euro per i parenti alla lontana o gli amici di un indagato o un assassinato pagati da programmi come Domenica Live, Quarto grado, Mattino e Pomeriggio 5, per arrivare ai 30 000 euro pagati alla moglie di Bossetti a Matrix, con varie sfumature di cachet nel mezzo. La cosa avvilente è che spesso, dietro compenso, in tv vanno a parlare persone che avevano visto due volte la vittima o zie e cugini che il morto non lo frequentavano più da anni.”.
“Nelle intercettazioni sulla Panarello viene fuori che si offrono anche benefit come spese mediche e altro. Succede spesso?”
“Diciamo che alcuni giornalisti di trasmissioni mediaset sono molto abili nel capire le debolezze di persone coinvolte nel caso. Al mio assistito sono stati offerti vari benefit, sapevano che aveva una passione sportiva e gli hanno offerto biglietti per lo stadio e la possibilità di incontrare i suoi beniamini. E poi sa, i mezzucci sono tanti, magari a un uomo sensibile al fascino femminile mandano un’ inviata procace, con cui magari parla più volentieri.”

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