Perché i falsi miti sui vaccini sono tanto difficili da smontare?

13/09/2017 di Redazione

Sono tanti e molto diffusi i falsi miti sui vaccini. E più li si contrasta, più li si rafforza. È quanto ha rivelato una ricerca del dipartimento di neuroscienze dell’Università di Edimburgo, da poco pubblicata sulla rivista scientifica PLOS One. Lo scopo era capire se e come le persone potrebbero essere persuase a cambiare le loro errate convinzioni sugli effetti collaterali dei vaccini. Il risultato: se gli si risponde – anche portando evidenze scientifiche – che ciò che credono è falso, penseranno ancora di più di avere ragione. Ma c’è di più: anche chi non ha false convinzioni, sentendo smontare falsi miti sui vaccini, ha più probabilità di iniziare a crederci.

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I tre neuroscienziati che hanno condotto la ricerca, hanno convocato l’anno scorso 120 studenti provenienti da Scozia e Italia. All’inizio gli hanno sottoposto un test, per capire quale fosse la loro opinione sui vaccini. Poi li hanno divisi in tre gruppi: al primo sono state consegnate delle schede in cui i falsi miti sui vaccini venivano smontati dalle evidenze scientifiche; al secondo un grafico che metteva a confronto gli effetti delle malattie con quelli collaterali causati dalle vaccinazioni e la loro diffusione; al terzo delle foto di bambini non vaccinati e ammalati.

Al termine dell’esperimento, i 120 studenti hanno partecipato a un nuovo sondaggio, per capire se le loro opinioni fossero cambiate. Il risultato è incredibile: il numero di quelli che credevano ai falsi miti sui vaccini era aumentato. Una tendenza vera per tutti e tre i gruppi, ma soprattutto per il primo, quello a cui erano state sottoposte le schede che mettevano a contrasto le evidenze scientifiche con le false convinzioni in circolazione.

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Com’è possibile? Le persone dimenticano la fonte o la validità delle informazioni che hanno ricevuto, ma in parte continuano a ricordarle. «Restano nel tuo sistema e diventano vere», ha spiegato al Wall Street Journal il professor Sergio Della Sala, uno dei tre ricercatori dell’Università di Edimburgo. Se si ascolta un concetto più e più volte – spiega meglio il neuroscienziato – alla fine ci diventa familiare e alla lunga per noi sarà la verità. Non importa che venisse ripetuto, per spiegare che era sbagliato. Con l’andare del tempo ci dimenticheremo di questo.

La conclusione del professore Della Sala è che il modo migliore per combattere i falsi miti sui vaccini è non menzionarli del tutto. «Dire “questo è sbagliato” o “questo è falso” non basta», ha spiegato il professore Della Sala. Il modo migliore è «fornire fatti che contrastino le false convinzioni, senza dover spiegare in cosa queste consistono». Il problema che questo è esattamente quello che di solito fanno le campagne di sanità pubblica.

Foto copertina: ANSA / CIRO FUSCO

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