Claudio Lotito: «Schiattano d’invidia quando vedono quello che ho fatto»

Claudio Lotito è l’assoluto protagonista del calcio italiano. Non solo e non tanto di quello giocato, ma di quello parlato, sussurrato, politicizzato, chiacchierato. Sul Corriere della Sera di oggi in edicola c’è un’imperdibile intervista di Fabrizio Roncone al presidente della Lazio.

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Già l’attacco vale il prezzo del quotidiano:

(Ore 16,57. Il presidente Claudio Lotito risponde al telefonino dal suo magnifico quartier generale: Villa San Sebastiano, il muro di cinta che costeggia l’Appia Antica, capitelli e statue, putti d’oro e pappagalli che cantano) .

«Io non so niente, non voglio sapere niente e non rilascio interviste!».
Va bene.
«Mhmm… Ma perché, che è successo?».
Calcioscommesse in Lega Pro e serie D: 30 squadre coinvolte, 50 arresti, gli indagati sono 70.
«Incredibile…».

Lotito, apparentemente non sa nulla:

C’è pure un’intercettazione che la riguarda, presidente.
«Cosaaaaa?».
(…)
Testuale: «Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti in mano a Lotito, che li ricatta». E poi: «Lotito è proprietario di Lazio, Salernitana, Bari e Brescia».
«Basta! Basta! Bastaaaaa! Che deve fare Lotito, eh? Deve sparire, puff! deve annientarsi, vaporizzare? Perché mi tirano sempre in mezzo a qualche schifezza, perché? Lei non scriva niente, niente di niente… Però, oh, io sono proprio stufo… Cioè, no, dico: io Brescia non so manco ndo’ stà, capito? Dove sta Brescia? Boh. Ce so’ mai stato a Brescia? No, mai messo piede a Brescia. Ma poi, in una telefonata tra due sconosciuti, divento il presidente del Brescia! È pura follia, questa!».
Brescia e Bari.

Un rumors, quello della proprietà del Bari che va avanti da qualche tempo nel mondo del calcio, in realtà. Secondo il presidente della Lazio nei suo confronti ci sarebbe un vero e proprio accanimento, che nasce per un motivo ben preciso: «Lotito da fastidio» dice si se stesso il consigliere federale. E, parlando in terza persona, spiega:

«Perché con Lotito il risultato è ga-ran-ti-to! Schiattano d’invidia quando vedono quello che ho fatto con la Lazio e la Salernitana, due veri capolavori… E non riescono a capacitarsi che tutti gli incarichi che ho nelle istituzioni del calcio italiano non li ho estorti… ma sono stato eletto democraticamente».
Ecco, appunto: poi ci sarebbe anche quell’altra frase…
«Quale?».
Che lei ricatterebbe Macalli e Tavecchio.
«No no, guardi: è stato gentile a telefonarmi, però lei adesso sa che fa? Lei li chiama e glielo chiede: vi ricatta Lotito? È vero che vi ricatta? Ecco, aspetti, le do io i numeri di telefono… Anzi, no, meglio: li chiamo direttamente io…» (Lotito, come noto, possiede tre cellulari: e sa usarli contemporaneamente) .

Lotito veramente prova a chiamarli…

«Niente, Carletto non risponde… Proviamo con Macalli…».
(Mario Macalli, presidente della Lega Pro, risponde subito.
«Mariuccio! Nun te mette a ride… allora, ho sull’altro telefono uno del Corriere… e sai che dice? Dice che due sconosciuti, intercettati, sostengono che io ti ricatto! Capito? Io ti ricatto! Ricatto te e pure Carletto! (…)

Te senti ricattato, Mariù? Mamma mia che ambiente… Hai ragione, bisogna derattizzare…. vabbè, Mariù, fatti salutare adesso, ché devo lavorare…») .

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Lotito è ricercatissimo. Roncone scrive:

(Gli squilla uno dei due cellulari: adesso abbassa la voce. Telefonata brevissima).
«Sa chi era? Era il giornalista di un’agenzia! Mi vorrebbero mettere in mezzo pure con la vicenda tra Murdoch e Berlusconi… m’accusano di averli fatti parlare… Embè? Facessero tutti gli accostamenti che vogliono… io sono una persona che ha un solo scopo: mo-ra-li-zza-re il calcio.

Nel finale dell’intervista di Roncone, Lotito si supera, come spesso gli accade…

«(… )però questa non è un’intervista, eh? Se lei scrive mezza riga, giuro che io poi smentisco… Ma che ha registrato? Guardi che la registrazione mica è valida…».

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