Ciudadanos, il nuovo partito al centro della Spagna

23/03/2015 di Andrea Mollica

Ciudadanos

, i Cittadini, è stato il protagonista della campagna elettorale delle elezioni spagnole previste per domenica 20 dicembre 2015. Dopo il boom demoscopico e mediatico di Podemos, Ciudadanos si è imposto come l’alternativa liberale e moderata capace di intercettare l’enorme insoddisfazione degli spagnoli verso il bipartitismo che ha caratterizzato la democrazia postfranchista. Dopo aver conseguito brillanti risultati alle elezioni locali, in particolare in Catalogna dove è nata la formazione, Ciudadanos potrebbe decidere chi sarà il prossimo capo del governo della Spagna.

Ciudadanos
Il presidente di Ciudadanos Albert Rivera
Jorge Guerrero/AFP/Getty Images

Elezioni Spagna 2015

la diretta dei risultati dello spoglio inizia alle ore 20. I primi exit poll diffusi dai media iberici arriveranno subito dopo la chiusura delle urne. Il governo del quarto Paese dell’eurozona si decide domenica 20 dicembre 2015, nella dodicesima elezione generale delle Cortes Generales, il Parlamento bicamerale della Spagna. Il primo ministro Mariano Rajoy del PP è sfidato dal segretario generale del PSOE Pedro Sanchez, anche se la maggioranza al Congresso dei Deputati, l’unica camera che concede la fiducia all’esecutivo di Madrid, sarà decisa dai risultati dei due nuovi partiti, Ciudadanos e Podemos.

CIUDADANOS, CHI SONO –

Da diversi mesi Ciudadanos – Partido de la Ciudadanía (C’s) si è imposto come la grande novità della politica spagnola. Se il 2014 si era chiuso con l’esplosione di Podemos, la formazione di sinistra radicale che dopo aver ottenuto un ottimo risultato alle elezioni europee si è affermata come temibile rivale per PP e PSOE, i due partiti di riferimento della democrazia spagnola postfranchista, il nuovo anno è stato caratterizzato dall’ascesa di Ciudadanos. Il 2015 è il superanno elettorale della Spagna, con diverse competizioni amministrative molto importanti che hanno introdotto le nazionali previste per il mese di dicembre. A differenza di Podemos, movimento fondato a inizio 2014 da un gruppo di ricercatori universitari guidati dal carismatico Pablo Iglesias, Ciudadanos non è un partito appena nato, anche se solo negli ultimi mesi ha raggiunto una significativa visibilità mediatica. La formazione spagnola è stata fondata nel 2006, da un gruppo di intellettuali e professionisti contrapposti al nazionalismo catalano, che si erano riuniti l’anno precedente in un’associazione chiamata Ciutadans de la Catalunya. Benché inizialmente attivi solo in Catalogna, Ciudananos sin dal nome appositamente scelto in castigliano si è voluto differenziare dall’indipendentismo caratterizzante molte formazioni della Comunità Autonoma più ricca della Spagna, a partire da Convergència i Unión, il partito moderato che storicamente ne esprime il presidente. Dal 2006 fino all’ anno scorso Ciudadanos ha rappresentato un’alternativa moderata e nazionalista al sentimento autonomista della Catalogna, e ha iniziato a essere un fenomeno mediatico grazie alla sua contrapposizione al referendum per l’indipendenza dalla Spagna voluto dal presidente della Comunità Autonoma Arturo Mas. Il giovane presidente di Ciudadanos, Albert Rivera, è diventata lo scorso autunno uno dei volti catalani più visibili schierati contro la secessione, una passerella mediatica poi sfruttata per imporsi come leader di livello nazionale.

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Ciudadanos
Mariano Rajoy, insidiato dal successo di Ciudadanos.THIERRY CHARLIER/AFP/Getty Images

CIUDADANOS, RINNOVAMENTO AL CENTRO –

La crescita di Ciudadanos è stata molto graduale, a differenza di Podemos, il partito a cui viene paragonata la formazione guidata da Albert Rivera in questi ultimi mesi di scossoni al sistema politico spagnolo. Il leader di C’s è stato eletto nel Parlamento catalano sin dal 2006, quando aveva solo 27 anni ed era stato candidato come presidente della Comunità Autonoma. Prima delle regionali in Andalusia il più importante successo di Ciudadanos era stato colto nel 2012, quando C’s è riuscito ad avvicinarsi al 10% alle amministrative della Catalogna stravinte da Arturo Mas, con Albert Rivera candidato presidente per la terza volta di fila. Sulla scia di questo buon risultato elettorale Ciudadanos ha colto un altro successo alle europee del 2014, quando il partito della cittadinanza è riuscito a conseguire due seggi al Parlamento UE grazie al 3,2 ottenuto a livello nazionale. Alle europee Ciudadanos aveva ottenuto il suo miglior risultato in Catalogna, con il 6,3%, ma aveva mostrato di poter esser competitivo anche in altre Comunità Autonome, sfiorando il 5% a Madrid. Al Parlamento europeo i due deputati di C’s hanno aderito al gruppo dell’Alleanza dei democratici e dei liberali europei, ALDE, confermando l’orientamento centrista che ha sempre caratterizzato la loro proposta politica. Ciudadanos non è iscritta a nessun partito europeo, e si dichiara di centrosinistra, per quanto liberale e moderato. Negli anni scorsi si era ipotizzata una collaborazione tra C’s e Unión, Progreso y Democracia. UPyD è una formazione che ha aderito al gruppo dell’ALDE al Parlamento europeo, fondata nel 2007 da diversi deputati socialisti favorevoli a una linea politica economica più liberale rispetto a quella del governo Zapatero, e sostenitori di un centralismo che mitigasse l’eccessivo nazionalismo delle Comunità Autonome. Tra i due partiti centristi non c’è però mai stata una vera collaborazione, tranne la desistenza alle regionali del 2012 per non dividere il voto nazionalista minoritario in Catalogna. Il centralismo, il nazionalismo spagnolo e una politica economica liberale sono tratti caratteristici di Ciudadanos che spiegano la grande attenzione che suscita questo partito tra gli elettori moderati delusi dal PP di Mariano Rajoy.

Podemos , i rivali di Ciudadanos
Podemos , i rivali di Ciudadanos.
Jorge Guerrero/AFP/Getty Images

 

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L’IDEOLOGIA DI CIUDADANOS – I due filoni politico culturali che ispirano Ciudadanos sono il liberalismo progressista e il socialismo democratico, due ideologie che il partito di Albert Rivera intende far convivere assieme, e rielaborare con nuove proposte adatte alla realtà odierna. L’adesione ideale alla socialdemocrazia è solo in apparente contraddizione con l’orientamento liberale di C’s, visto che il partito di Albert Rivera persegue una linea moderata fedele alla Costituzione spagnola, che dà grande enfasi ai diritti sociali dei cittadini. Con il richiamo al socialismo democratico Ciudadanos rivendica la sua distanza dal conservatorismo del PP, mentre l’enfasi sul liberalismo progressista sottolinea una presa di distanza rispetto alle posizioni stataliste del PSOE. Per C’s il rinnovamento della politica passa dall’adozione di due semplici regole. La prima è che il soggetto della politica sia il cittadino, mentre la seconda impone ai poteri pubblici il perseguimento della libertà e dell’uguaglianza di tutta la popolazione.

Le quattro linee principali per l’azione di Ciudadanos sono la difesa dei diritti individuali, economici e civili, la difesa dello Stato sociale, la tutela del modello autonomistico dello Stato spagnolo, il suo ancoraggio all’Unione Europea, e il rinnovamento della politica. A differenza di Podemos, che esprime una critica radicale alla democrazia postfranchista entrata in crisi con la recessione del 2008, Ciudadanos ne difende i presupposti – la Costituzione del 1978, così come l’europeismo spinto che ha sempre caratterizzato tutti i governi spagnoli – ma ne chiede al contempo un profondo rinnovamento, nelle idee, nei comportamenti così come nel ricambio generazionale. La trasparenza e la lotta alla corruzione sono capisaldi dell’attività politica di C’s, che hanno spinto l’ascesa demoscopica e mediatica del partito visti i continui scandali di tangenti e clientelismi che riguardano PP e PSOE. Ciudadanos nel 2011 propose un decalogo anti corruzione a tutti i partiti spagnoli inclusivo di misure quali l’introduzione della responsabilità patrimoniale delle formazioni politiche e modifiche al Codice Penale iberico. L’attività di Ciudadanos è stata caratterizzata da alcuni scandali, per quanto contenuti, che però non hanno indebolito il messaggio di rinnovamento generazionale e comportamentale rilanciato da Albert Rivera in tutte le sue partecipazioni televisive.

Albert Rivera, presidente di Ciudadanos
Albert Rivera, presidente di Ciudadanos.
PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

ALBERT RIVERA – La figura chiave del successo di Ciudadanos è il suo leader, Albert Rivera. Nato a Barcellona da una famiglia di commercianti, Rivera si è laureato in giurisprudenza e ha poi conseguito un dottorato in diritto costituzionale. Il professore con cui ha studiato, Francesc de Carreras, è uno dei promotori dell’appello contro gli accessi del nazionalismo catalano da cui è partita l’esperienza di Ciudadanos. Una similitudine di C’s con Podemos, partito anch’esso concepito in ambienti accademici. Albert Rivera ha un anno in meno di Pablo Iglesias, ma un’esperienza istituzionale ben più lunga. Rivera è infatti diventato deputato del Parlamento catalano nel 2006, dopo esser diventato presidente di Ciudadanos in modo piuttosto casuale. La lista che lo proposte alla guida del partito nel congresso fondativo era stata compilata seguendo l’ordine alfabetico dei nomi dei candidati. Dietro il nome di Rivera c’era Antonio Robles Almeida, un accademico dell’università di Barcellona, che fu eletto segretario generale di Ciudadanos. Rivera guida C’s dal 2006, e nella prima campagna elettorale contestata dal partito si fece notare posando nudo per i manifesti per le regionali catalane del 2006. Quattro anni dopo, sempre in veste di candidato presidente della Catalogna per Ciudadanos, Albert Rivera era stato protagonista di un manifesto elettorale dove tutti i candidati erano nudi, e lui l’unico vestito. La celebrità nazionale del leader di C’s è piuttosto recente. Grazie a partecipazioni televisive assai apprezzate e frequenti e un’estrema cura dei social network il messaggio politico nazionalista e moderato di Ciudadanos è riuscito a travalicare i confini della Catalogna, come successo solo in parte alle ultime europee. Albert Rivera, a differenza di Pablo Iglesias, è particolarmente apprezzato dall’establishment, in particolare gli ambienti economici e finanziari preoccupati per il crollo del PP. L’attenzione mediatica ricevuta in questi mesi dal leader di Ciudadanos è stata favorita dalle sue notevoli abilità comunicative, ma anche dalla simpatia con cui la crescita di Albert Rivera viene vista per arginare la protesta radicale di Podemos. Albert Rivera è un centralista moderato, una posizione che gli era costata una minaccia di morte ricevuta all’inizio della sua attività politica da parte dei nazionalisti catalani. In passato diversi giornali avevano scritto come prima di Ciudadanos Rivera fosse stato iscritto alla giovanile del PP, una ricostruzione che però il leader di C’s ha sempre contestato.

Pedro Sanchez, rivale di Albert Rivera di Ciudadanos
Pedro Sanchez, leader del PSOE. Jorge Guerrero/AFP/Getty Images

ELEZIONI SPAGNA 2015

– Il 2015 è stato un vero e proprio superanno elettorale per la Spagna, e il sistema tendenzialmente bipartitico che ha retto la democrazia postfranchista sembra essere avviato verso una crisi irreversibile. Fino al decennio scorso il campo conservatore e lo schieramento progressista erano egemonizzati da PP e PSOE, le forze che si sono alternate al governo dalla fine del regime di Franco fino a oggi, a parte l’iniziale transizione guidata dal centrista Adolfo Suárez e dal suo successore per pochi mesi Leopoldo Calvo-Sotelo . Dal 1982 fino al 2011 l’alternanza è sempre stata tra primi ministri – Felipe González, José María Aznar, José Luis Rodríguez Zapatero e ora Mariano Rajoy – leader di popolari e socialisti, che hanno guidato governi monopartitici quando il PP e il PSOE hanno ottenuto la maggioranza assoluta al Congresso dei Deputati, oppure alla testa di esecutivi di minoranza appoggiati all’esterno dai partiti autonomisti. Ciudadanos, come Podemos, ha messo in crisi uno schema che ha retto fino a quando la Spagna è stata una democrazia caratterizzata da crescita e benessere. La crisi ha travolto i due settori più forti dell’economia iberica, il sistema bancario e l’immobiliare, e la fuoriuscita dalla recessione non sembra aver beneficiato per il momento il governo di Mariano Rajoy. Nel 2014 il Pil è aumentato dell’1,4%, secondo il dato provvisorio fornito da Eurostat, dopo cinque anni di recessione. La disoccupazione è leggermente scesa, rimanendo molto alta – il 23,7%, mentre quella giovanile è ancora sopra il 50% – e l’insoddisfazione verso le classi dirigenti ritenuti responsabili di una situazione socialmente ancora difficile ha danneggiato tanto il partito al governo, il PP, quanto la principale forza di opposizione, il PSOE. Le elezioni comunali e il rinnovo delle assemblee legislative delle Comunità autonome hanno evidenziato il rilevante indebolimento dei due partiti maggiori, che a livello nazionale sono scesi entrambi sotto al 30%. Una contrazione di oltre 10 punti percentuali confermata anche dalle indagini sulle intenzioni di voto in vista delle elezioni di domenica 20 dicembre 2015. I sondaggi rilevano un quadro tendenzialmente quadribipolare, abbastanza simile a quanto osservato alle politiche italiane del 2013. PP e PSOE sono rilevati tra il 20% e il 30%, con valori di consenso pari alla metà o poco più rispetto alle percentuali conseguite dal 1982 al 2011.  Ciudadanos si è affermata come un partito nazionale capace di competere con le formazioni maggiori, con un dato medio di circa il 20, e ha superato Podemos nelle preferenze di chi cerca la “rigenerazione democratica” del sistema politico iberico. Albert Rivera potrebbe diventare così la figura chiave per la formazione del nuovo governo di Madrid.

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