«Ciro Esposito bloccò De Santis che sparò verso di lui»

26/01/2016 di Redazione

«Ciro Esposito riuscì a bloccare De Santis poi questi prese la pistola e la puntò verso di lui sparando subito». Questa mattina è emersa una conferma di quanto ricostruito attraverso le indagini difensive dei legali della famiglia Esposito durante l’udienza del processo per la morte del giovane tifoso napoletano.

Ciro Esposito
ANSA / CIRO FUSCO

L’udienza, la prima dal 12 gennaio, è servita per ascoltare gli ultimi testimoni del Pubblico Ministero. «Ciro Esposito riuscì a bloccare De Santis, ebbero una colluttazione di tre o quattro secondi, poi De Santis prese la pistola e la puntò verso Esposito, sparando subito. Noi scappammo, ma Ciro, mentre tentava di scappare alla vista della pistola, fu colpito e cadde a terra. Così noi ritornammo indietro per soccorrere Ciro e il De Santis puntò contro di noi la pistola, ma questa per fortuna si inceppò e trascinammo fuori il corpo di Ciro».

In aula è stato ascoltato il dottor Logroscino, medico del Pronto soccorso del Gemelli, che ha affermato di aver visitato Daniele De Santis prima dell’una di notte, che si è sottoposto anche a tac e visite specifiche, ma di non aver riscontrato ferite, tagli o sanguinamenti sulla schiena e sullo stomaco dello stesso come poi diffuso dai suoi legali. «All’udienza di oggi – dichiarano i difensori della famiglia Esposito – ancora una volta sono state confermate la tesi e le indagini difensive della parte civile. Ormai è chiaro che l’obiettivo di De Santis erano gli occupanti indifesi del pullman, donne e bambini da punire perché napoletani. L’assalitore e i suoi complici scappati dopo gli spari non si aspettavano che l’eroico Ciro con i suoi amici stessero sopraggiungendo da dietro e che avrebbero difeso le vittime predestinate. Infatti De Santis prima di attaccare il pullman aveva atteso il passaggio dei tifosi azzurri e, solo dopo aver pensato che erano già passati, cominciò a mettere in atto il suo piano criminale per colpire gli indifesi e pacifici tifosi napoletani». Prossima udienza il 4 febbraio.

Photocredit copertina ANSA/ CESARE ABBATE

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