Così Chuck Norris ha battuto il comunismo rumeno

Chuck Norris ha battuto il comunismo. Un’affermazione che suona come una battuta, ma che sta alla base di un nuovo documentario che racconta come i film di Hollywood abbiano avuto un ruolo rilevante nella ribellione contro il regime dittatoriale di Nicolaea Ceausescu.

BATTUTE SU CHUCK NORRIS

– Ormai sono poco virali, ma fino a qualche tempo fa su Facebook erano condivisi molti me su Chuck Norris. L’attore americano è il simbolo dei film d’azione, relativamente a basso costo, che hanno propagandato in tutto il mondo l’estetica tipicamente americana dell’uomo capace di battere da solo i suoi nemici. Una sorta di perpetuazione eterna di uno dei miti fondativi dell’epica statunitense, quello del cowboy, riadattato anche per superare i traumi nazionali come la fallita guerra in Vietnam. Questi film di Chuck Norris hanno entusiasmato milioni di ragazzini seguaci dei film d’azione ricchi di sparatorie e combattimenti di arti marziali, ma hanno avuto un profondo significato anche per contrastare e superare la tragedia del comunismo. Questa è la tesi di un nuovo documentario, l’opera d’esordio sul lungometraggio di Ilinca Calugareanu , che nella sua edizione inglese si chiama appunto “Chuck Norris vs comunismo”. La pellicola racconta la fase finale della dittatura di Nicolae Ceasescu, quando le persone erano sorvegliate in modo sistematico, e brutale, dalla polizia Securitatae, e nei negozi non si trovano praticamente più viveri da mangiare. Per scappare da una realtà così terribile molti rumeni organizzavano cinema clandestini, in cui guardavano i film più famosi prodotti da Hollywood.

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CHUCK NORRIS E IL COMUNISMO

– In Romania i film americani non erano trasmessi nei cinema, e i VHS con i film statunitensi erano disponibili solo sul mercato nero. I videoregistratori erano di proprietà di poche persone, visto che nel Paese comunista costavano come un’automobile. Chi li aveva organizzava visioni di gruppo, che erano perseguite dal regime comunista per la loro attività sediziosa. Il documentario di Ilinca Calugareanu racconta infatti come la possibilità di vedere negozi pieni di prodotti, belle case, e strade pulite entusiasmasse i romeni costretti a vivere in povertà. La Romania di Ceausescu avevano costruito uno vero e proprio Stato di polizia anche per reprimere il dissenso provocato da un disagio sociale così diffuso. I film americani, di cui Chuck Norris è diventato un simbolo, hanno permesso l’incubazione della rivolta contro la dittatura comunista. Una tesi certo poco veritiera dal punto di vista storico, che secondo Der Spiegel trasforma il documentario di Ilinca Calugareanu in un film con molto materiale storico. La pellicola si basa infatti su molte interviste di persone che organizzavano i cinema clandestini in casa di amici, per sfuggire alla realtà del regime comunista più autoritario dell’Europa dell’Est.

 

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