Chico Forti e l’ombra del complottismo
18/07/2012 di John B
Gli stessi americani finalmente ammettono che la loro “perfetta giustizia” ha mandato in carcere migliaia di innocenti!
Ogni anno in qualsiasi paese che abbia decine di milioni di persone ci sono migliaia di processi penali. Anche una percentuale di successo pari al 99% produce 10 errori giudiziari ogni mille processi. Bastano pochi anni di processi penali (anche in un sistema che ha un sistema processuale vicino alla perfezione) per produrre migliaia di errori giudiziari. Si chiama statistica e la Magda ha scoperto l’acqua calda.
Quindi la “malagiustizia” riscontrata nel caso Forti non è la sola riscontrata nei processi “ad personam” in America. Sono migliaia e migliaia. Soltanto che fino ad ora il sistema semplicemente non li riconosce e non torna sulle proprie decisione nemmeno di fronte all’evidenza.
Zzzzz….
Ma non è questo il punto.
Meno male. L’ha capito anche lei.
Se il sig. “B.” si fosse informato un po’ più dettagliatamente, i sostenitori della causa innocentista non si fanno ricadere tutte le colpe dell’ingiusta condanna inflitta a Chico Forti a complotti degli investigatori, all’accusa o al giudice del processo, o infine alla provata disattenzione della giuria, mettendo sotto accusa tutto l’apparato di giustizia americana.
Io devo sempre informarmi più dettagliatamente, secondo la Magda. Dato che gli atti processuali non sono disponibili e dato che la Magda ignora le fonti contrarie alla propria tesi, il termine “informarsi dettagliatamente”, nel suo vocabolario, significa imparare a memoria il racconto degli innocentisti. Adesso sappiamo cosa intendeva dire la Magda quando diceva che i media (quelli innocentisti, beninteso) si erano informati minuziosamente… Comunque, per descrivere ciò che sostengono gli innocentisti, io ho utilizzato proprio ciò che hanno scritto sui siti innocentisti, ne ho anche citato i link e qua sopra ne ho riportato ampi stralci.
Nossignore!
Le maggiori responsabilità si fanno ricadere sul cattivo patrocinio del collegio difensivo (a proposito, Ira Loewy è il nome maschile dell’avvocato difensore e non una donna. Irrilevante, ma denota la totale disinformazione del sig. “B.”) che non ha saputo (meglio dire voluto) smontare le più elementari teorie accusatorie, a cominciare dal movente.
Non conoscendo personalmente Ira Loewy non posso sapere se è uomo, donna o rettiliano. Il nome Ira è sia maschile che femminile (è il diminuitivo di Irina). Il sesso di Ira, in ogni caso, non c’entra nulla. Quel che conta è che agli atti ufficiali del tribunale (non lo dico io, non lo dice il mago Zurlino, lo dice il tribunale di Miami – Dade) l’avvocato di Forti non si chiama Ira Loewy ma Donald Bierman, che è considerato ufficialmente uno dei migliori e più grandi avvocati nel campo criminale. Stranamente, anche il detective intervistato dai media americani ha detto che l’avvocato di Forti era Bierman, ossia ha detto la verità. Invece gli innocentisti, la Magda in testa, fingono di ignorare questo “piccolo” particolare e fanno sempre e solo il nome di un altro avvocato miserello e sconosciuto…
Infatti, come movente dell’omicidio è stata usata una presunta truffa che Chico Forti stava perpetrando ai danni del padre della vittima. Ma Chico in precedenza era stato prosciolto dalla stessa giudice del processo da queste accuse.
Bene. Se Magda dice il vero, così come io ho trovato la scheda del tribunale per il processo per l’omicidio, Magda potrà facilmente esibirci la scheda del processo per truffa. Il sito è uguale. Basta inserire il nome e cognome di Forti. Coraggio. Ci linki, la signora Magda, la scheda da cui risulta che c’è stato un processo e un’assoluzione. In caso contrario, si deve ritenere più verosimile quanto ha dichiarato il detective intervistato, secondo cui l’accusa di truffa fu ritirata per esigenze di speditezza processuale (negli Stati Uniti l’azione penale non è obbligatoria).
Il padre della vittima stava vendendo a Chico una struttura non più sua da tempo, e quindi era l’italiano il truffato e non il truffatore e quindi il movente era inesistente. Il difensore lo sapeva e lo sapevano anche l’accusatore e il giudice. Ma questo determinante fatto non venne mai comunicato alla giuria, fuorviandola nel suo giudizio.
E’ una fiaba avvincente. Che fiaba resta, finché qualcuno non si deciderà ad esibire i documenti che ne dimostrano la veridicità.
Il sig. “B.” scrive che “le accuse di truffa contro Enrico Forti furono ritirate per strategia processuale, al fine di non appesantire il processo con un reato secondario”. Ma stiamo scherzando? Come si permette il sig. “B.” di definire “un reato secondario” l’asse portante del movente dell’omicidio?
Sono abbastanza sicuro di ricordare di non aver affermato di mio una cosa del genere, ma di aver citato ciò ha riferito (con tanto di link) il detective intervistato. Per qualche strana ragione la Magda ha avuto un’amnesia selettiva: i riferimenti al sito del tribunale e alle interviste ai protagonisti sono stati azzerati dal suo cervello. E’ una cosa normale, è una specie di filtro psichico che agisce nella mente dei complottisti, tutt’ora oggetto di studio da parte dei debunker: elimina ogni riferimento a fatti, persone e circostanze che non si accordano con la teoria complottista.
Poi questo ineffabile sig. “B.” afferma che alla giuria era tutto perfettamente chiaro se ha impiegato soltanto novanta minuti per emettere un verdetto di colpevolezza nei confronti di Enrico Forti.
E’ sempre quel detective a dirlo, non io. Dannato filtro…
Forse non sa che prima di ritirarsi in camera di consiglio, il pubblico ministero ha avuto la possibilità di pronunciare la sua requisitoria senza che ci fosse contestazione o replica.
Allora, adesso sto zitto e faccio parlare Claudio Giusti che si definisce esperto dei processi americani ed è venuto qua per primo a fare un po’ di moina. Lui scrive: “l’ordine delle arringhe finali (closing arguments) non dipende dalla testimonianza dell’accusato (che è sempre sconsigliata) e l’Accusa chiude sempre il processo, con l’arringa o il rebuttal”. Quindi il pubblico ministero, scrive l’esperto Claudio Giusti, chiude sempre il processo americano, senza replica. Ora, se non siete d’accordo, andate sul sito di Claudio Giusti e riempitelo di commenti e attacchi come avete fatto qui…
Approfittando dell’enorme vantaggio, ha rifilato ai giurati una serie di menzogne e manipolazione dei fatti per cui ha avuto gioco facile far pesare la bilancia dalla parte della colpevolezza, specialmente agli orecchi di una giuria distratta a cui evidentemente non importava un fico secco dell’imputato.
Vedi sopra. La fiaba è bella e struggente ma… dove sono attestate tutte queste cose?
Nel paragrafo dedicato alla “GIUSTIZIA” il sig. “B.” afferma che la campagna mediatica avviata dai “supporter” di Chico Forti si basa soltanto “sulle voci della difesa”! Qualcuno dica al sig. “B” che nessuno ormai si sposa più per procura e nello stesso tempo nessuno sposa più nemmeno una causa ad occhi e orecchi chiusi.
Intanto che qualcuno viene a dirmi la novella della sposa, la Magda farebbe meglio a metterla in pratica: dove sono i documenti che dimostrano ciò di cui andate cianciando? E già che ci siamo, dove si vede la “giuria distratta”?
“Le voci della difesa”, come le definisce il sig. “B.”, non sono soltanto “voci”, ma il riscontro probatorio delle tesi accusatorie campate in aria. Il sig. “B.” ha la “piccola” pretesa che venissero pubblicati gli atti del processo. Quarantaduemila “transcript”, magari già tradotti dall’inglese all’italiano in modo che lui possa decidere se ci sono estremi ragionevolmente validi per richiedere la riapertura del processo, perché lui non si fida delle “voci” che sostengono la campagna mediatica a sostegno della tesi innocentista di Chico Forti, e quindi lo deve verificare personalmente.
La traduzione in italiano non mi serve, ma ringrazio per il pensiero. 42.000 transcript? Ma non s’era sostenuto che questo era stato un processo sommario, senza prove, ecc… ?