Chernobyl: 1×02 Recensione del secondo episodio “Mantenete la calma !”

18/06/2019 di Redazione

Una delle peggiori catastrofi mai provocate dall’uomo raccontata attraverso gli atti di coraggio di quanti provarono a salvare l’Europa da un disastro di proporzioni inimmaginabili. A 33 anni da quella tragedia, CHERNOBYL, la nuova produzione originale Sky e HBO, ripercorre le vicende legate alla famosa centrale nucleare nell’ex Unione Sovietica, esplosa nel 1986 a 120 chilometri da Kiev. Il primo episodio, trasmesso lunedì scorso su Sky Atlantic, ha ottenuto un ascolto complessivo di 550 mila spettatori medi, che include anche i clienti extra di Sky che lo hanno visto in anteprima nel weekend. Con questi numeri, è il miglior debutto per una serie europea di Sky, raddoppiando il precedente record ottenuto a gennaio da Das Boot, che era stata vista da 257 mila spettatori. Ora siamo al secondo episodio, per quella che ormai è una serie, ma in realtà un vero e proprio film di quasi cinque ore , destinato ad un successo clamoroso.

Il secondo episodio scritto da Craig Mazin e diretto da Johan Renck, affronta in modo più deciso e ampio il quadro della situazione dopo il caos rappresentato nella prima puntata. Mentre i civili vengono evacuati da Pripyat , gli scienziati e i leader politici cominciano a fare i conti con la gravità del disastro, mentre il resto del mondo inizia a scoprirlo. Ci viene presentata Ulana Khomyuk (Emily Watson) la fisica nucleare che dal suo centro di studio di Minsk, scopre ben presto la radioattività nell’aria e cosa sta succedendo a Chernobyl.

Chernobyl

Nel frattempo Valery Legasov ( Jared Harris), viene presentato a Boris Scherbina ( Stellan Skarsgård ), vice presidente del Consiglio dei ministri. Lui è stato scelto dal Cremlino per guidare le indagini sull’incidente, ma non conosce assolutamente nulla sull’energia nucleare. E’ frustrante vedere Legasov che deve de facto insegnare a Shcherbina e all’intero Consiglio dei Ministri guidato da Gorbaciov, come funziona un reattore nucleare, mentre ogni secondo che passa aumentano le radiazioni prodotte a Chernobyl. Alla fine Shcherbina inizia ad finalmente a dare ascolto a Legasov ed inizia ad aiutarlo nel risolvere i problemi. La scelta degli autori è sempre quella di mantenere alta la tensione, tensione che ci porta tra le vittime dei soccorritori, che ci mostra quanto sia mal preparato il governo sovietico nell’affrontare l’emergenza. Va data una volta tanto merito al doppiaggio italiano che rende più credibile, rispetto alla lingua originale che contiene accento troppo british dei personaggi, che dovrebbero essere russi e parlare russo. E’ stata forse l’unica critica che si è sollevata contro la serie, anche se a onor del vero ormai è impossibile non girare in lingua inglese una grande produzione internazionale come Chernobyl.

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Ma chiusa questa parentesi linguistica, Renck e Mazin fanno un ottimo lavoro in questo secondo episodio dove si concentrano sulla situazione politica, senza perdere di vista il pedaggio umano. Un senso di terrore avvolge ogni scena. Abbiamo assistito a personaggi con gravi ustioni e quelli che vomitano copiosamente nel primo episodio. Con la sua seconda puntata, Mazin inizia a spostare la sua attenzione sui pericoli non del tutto comprensibili del futuro. Quante persone moriranno? Quanti avranno il cancro? Quanto si diffonderà la radiazione? Quanto continuerà a bruciare il fuoco nucleare? Proprio quando i personaggi pensano di avere delle risposte, spiacevoli come sono, Khomyuk rivela che se non se interverranno subito per svuotare le vasche ancora piene di acqua, si rischia una catastrofe totale, con l’esplosione di tutta la centrale e di tutti gli altri reattori presenti ed una contaminazione fatale per oltre 60 milioni di persone che abitano Bielorussia Ucraina, con la contaminazione che si può spingere fino alla Germania Est. Esiste una sola possibilità inviare 3 tecnici a svuotare manualmente le vasche dell’impianto danneggiato. “ Le stiamo chiedendo il permesso di uccidere tre uomini” cosi’ Valery Legasov si rivolge al premier Gorbaciov. La puntata si conclude con il tentativo dei 3 eroici volontari, certi della morte ma, consci che bisogna farlo per evitarne milioni.

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Senza dubbio la qualità di questa serie è a dir poco sconvolgente e porta per la prima volta al grande pubblico a conoscenza di fatti che ormai appartengono alla storia, ma che in realtà ci fanno comprendere, anche a chi vi sta scrivendo queste righe a distanza di tanti anni dall’incidente, lo si devo al sacrificio di pochi coraggiosi uomini. Sembra quasi un tragico gioco del destino ripensare alla frase di Spock uno dei personaggi più famosi di Star Trek, che nel 1982 nel film Star Trek L’ira di Khan, si lancia all’interno di una zona contaminata dalle radiazioni dell’astronave Enterprise per salvarla, lasciando come ultime parole e spiegazioni al suo amico e capitano Kirk :” Se dovessi invocare la logica, la logica impone chiaramente che le esigenze di molti contano più di quelle di pochi. ” Per un tragico gioco del destino quattro anni dopo quel film ci furono delle persone che dovettero agire secondo “logica.”


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