Charlie Hebdo, due milioni a Parigi (meno Obama)

Charlie Hebdo, due milioni di persone hanno sfilato a Parigi fra place de la Republique e place de la Nation. In testa i grandi del mondo, capi di stato e di governo provenienti dal pianeta intero, con a capo il presidente della Repubblica francese François Hollande; in prima fila Angela Merkel, Matteo Renzi, David Cameron, Jean-Claude Juncker, Mariano Rajoy. Ma non Barack Obama: il presidente degli Stati Uniti d’America, grande assente della marcia repubblicana di Parigi. Gli Stati Uniti hanno ammesso di aver perso un’occasione. Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, ha ammesso durante il briefing: «Avremmo dovuto inviare qualcuno ad alto livello a Parigi».

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PERCHE’ MANCA OBAMA? – Il presidente degli Stati Uniti ha pronunciato  un messaggio estremamente netto: “Voglio che il popolo francese sappia che gli Stati Uniti sono con loro oggi, saranno con loro domani”. Ma il comandante non c’è, non c’è nemmeno Joe Biden, il vicepresidente; il ministro della Giustizia (dimissionario) Eric Holder, è a Parigi sì, ma per un meeting antiterrorismo, e in piazza c’è “solo” l’ambasciatore americano in Francia. In patria i media americani tentano di spiegare perché il Comandante in Capo abbia disertato lo storico appuntamento francese in cui due milioni di persone hanno sfilato in piazza per ribadire la propria libertà e la forza dei valori dell’Europa contro il terrorismo. Secondo Forbes il presidente “ha mancato un’opportunità per mostrare la propria leadership”; la Cnn riporta di come “nessuno per conto dell’amministrazione è disposta a parlare ufficialmente riguardo l’assenza americana dalla marcia”, mentre una fonte anonima fa notare che “le disposizioni di sicurezza per il Presidente e il Vice Presidente siano piuttosto impegnative per eventi come questi,e per una volta questo evento ci riguarda limitatamente”.

LA MARCIA A PARIGI – Marce di solidarietà si sono tenute comunque in tutto il paese, non solo a Parigi, con “quattro milioni di persone” mobilitate complessivamente, scrive le Monde, a costruire “la più grande manifestazione della storia recente francese”. I manifestanti, centinaia di migliaia, “brandivano cartelli con scritto ‘Je Suis Charlie’ e cantavano ‘La Marsigliese’ o applaudivano le forze di polizia presenti”.

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Con questa carta, le Monde dimostra che la folla ha ampiamente debordato le previsioni di sicurezza della marcia parigina: la zona arancione è la stima della zona occupata dalla folla, arrivata a lambire quasi le zone del centro turistico di Parigi. In piazza, come dicevamo, praticamente tutti i leader mondiali, fra cui anche il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi: “Non ci fermiamo, non ci facciamo arrestare dall’orrore e dalla paura, i nostri valori sono più forti delle loro minacce”, ha dichiarato il premier. Al centro del corteo, il presidente francese Hollande, la cancelliera Angela Merkel, il presidente del Mali Ibrahim Boubacarkeita – in Mali la Francia ha tuttora un’operazione militare antiterrorismo in corso.

MARINE LE PEN: “A PARIGI NON ERO GRADITA” – In piazza mancava anche la leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, che ha manifestato in un comune nel sud della Francia, in una piccola marcia con altre mille persone: “Non sono stata invitata, e non ho l’abitudine di andare dove non sono gradita”, ha detto la Le Pen che si è recata a Beaucaire, nel Gard con un migliaio di sostenitori del Front National. François Hollande, intanto, da Parigi ha dichiarato: “Oggi Parigi è la capitale del mondo, il paese intero leva la sua voce migliore”. Il capo di Stato francese, che negli ultimi tempi aveva mostrato il suo lato meno popolare, perso fra foto paparazzate, vita privata e definito “un presidente troppo normale”, con la gestione dell’attacco terroristico a Parigi sembra aver recuperato molto smalto agli occhi dell’opinione pubblica: un sondaggio effettuato dopo l’attacco terroristico gli consegna la fiducia del 51% della Francia (solo il 13% prima dell’attacco).

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