Cervia, ragazzo di colore perde il lavoro: «Scusa, ma in Romagna la gente è molto indietro in mentalità»

Era convinto di aver trovato un lavoro per tutta la stagione estiva. Era stato assunto e doveva soltanto inviare i documenti per perfezionare il contratto con una struttura alberghiera di Cervia, in provincia di Ravenna. Ma Paolo, un ragazzo milanese di colore, ha ricevuto una brutta sorpresa dopo aver inviato la carta d’identità: «Mi dispiace – scrive in un messaggio il gestore della struttura alberghiera – ma non posso mettere ragazzi di colore in sala: qui in Romagna la gente è molto indietro con mentalità. Scusami ma non posso farti venire giù, ciao».

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CERVIA RAZZISMO IN SELEZIONE LAVORO: LA DENUNCIA

Il testo del messaggio è stato diffuso dalla Filcams-Cgil di Ravenna che, ora, porterà fino in fondo la vertenza, aiutando Paolo nel combattere la propria battaglia. In prima linea a difendere le sue ragioni ci sono Manuela Trancossi della segreteria provinciale della Cgil e l’avvocato Paolo Bragaglia dell’ufficio vertenze: «Siamo di fronte a un evidente caso di discriminazione razziale – dicono dal sindacato – a un danno patrimoniale per avere perso la stagione lavorativa si somma l’umiliazione e la profonda ingiustizia di cui si è vittima. Siamo certi che la Romagna saprà distinguersi dall’inaccettabile connotazione riservatale dall’albergatore».

CERVIA RAZZISMO IN SELEZIONE LAVORO: UN EPISODIO GRAVE

Un episodio grave e una giustificazione ancora peggiore. Con il suo messaggio sbrigativo, infatti, l’albergatore si è reso protagonista di una generalizzazione piuttosto odiosa, sostenendo che sulla riviera romagnola la gente non sarebbe ben disposta nei confronti delle persone di colore. La vicenda risale al 18 giugno, ma la famiglia del giovane (che può vantare anche diverse esperienze di lavoro nel settore alberghiero e ricettivo) è ben decisa ad andare fino in fondo per ottenere giustizia. E per lanciare un messaggio di speranza a tutti coloro che si sono trovati, almeno una volta, a essere discriminati sul posto di lavoro come lo è stato Paolo.

FOTO: ARCHIVIO/ANSA

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