Il cavallo Oliver che trainava i turisti a Messina è morto di caldo e di fatica

17/08/2017 di Redazione

Messina, sabato 12 agosto, un caldo record e 800 chili da trainare: il cavallo Oliver non ce l’ha fatta più ed è stramazzato al suolo in via Garibaldi, davanti all’ingresso del porto. I passanti hanno cercato di salvarlo, bagnandolo con dell’acqua fresca, ma per l’animale non c’è stato nulla da fare e – tra le lacrime del proprietario – è morto alla facoltà di Veterinaria di Messina, dove era stato portato dai volontari dell’Enpa (Ente Nazionale protezione animali) e dell’azienda sanitaria locali.

Una morte, quella del cavallo Oliver, per cui adesso si chiedono a gran voce spiegazioni, nella speranza che possa essere l’ultima causata dalle cosiddette botticelle, cioè le carrozze con a bordo i turisti trainate da equidi. «Quello delle carozzelle è un divertimento anacronistico – ha commentato Alessandra Parrinelli, commissaria dell’Enpa provinciale di Messina – i cavalli devono sopportare pesi che superano gli 800 chili sotto un sole cocente d’estate e al freddo e alla pioggia d’inverno». Il Nucleo operativo italiano tutela animali ha depositato un esposto segnalando il vetturino e il sindaco di Messina, Renato Accorinti, per maltrattamento di animali aggravato dalla morte del cavallo. E ha chiesto ai carabinieri di Messina di sequestrare immediatamente tutte le altre botticelle della città.

LEGGI ANCHE > IL BABY DELFINO MORTO TRA I BAGNANTI CHE SI FANNO IL SELFIE

MORTE DEL CAVALLO OLIVER, L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE DI MESSINA DANIELE IALACQUA PENSA A VIETARE LE BOTTICELLE

La morte del cavallo Oliver ha smosso anche l’amministrazione comunale: l’assessore all’Ambiente, con delega al Benessere degli animali, Daniele Ialacqua, ha inviato una missiva all’ospedale veterinario, all’Azienda sanitaria provinciale e alla Polizia municipale, per conoscere «le cause della morte del cavallo Oliver, che si presume possa aver sofferto lo sforzo di trainare la carrozzella con i turisti in ore particolarmente calde anche se proprio nella giornata di sabato la città di Messina non veniva indicata tra le città a rischio». Ialalacqua lancia anche l’ipotesi che di «sospendere tutte le autorizzazioni per veicoli con trazione animale e di valutare altresì la proposta, che a Roma in questi giorni ha raccolto migliaia di firme, di vietare anche nel comune di Messina il trasporto di persone a mezzo di carrozze trainate da animali».

LEGA NAZIONALE DEL CANE: «PORTEREMO AVANTI LA BATTAGLIA PER PUNIRE I RESPONSABILI DELLE MORTE DEL CAVALLO OLIVER»

Una reazione un po’ tardiva, quella dell’amministrazione comunale, secondo gli animalisti. La presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC), Piera Rosati, annuncia una battaglia in Tribunale – in cui la Lega sarà rappresentata dalle avvocatesse siciliane Tania Cipolla e Irene Rizza – per «accertare le responsabilità e punire duramente col massimo della pena chi ha portato il cavallo Oliver all’ingiusta morte, per puro “divertimento”».
 In una nota, la presidente Rosati, commenta così la morte del cavallo:

Persino il Corriere della Sera ha dedicato un editoriale in prima pagina alla barbara fine dell’equide costretto a lavorare nell’estate più torrida del secolo su e giù per sollazzare i turisti e far visitare le bellezze del luogo. Quando finirà questo sfruttamento incivile, indegno e contrario sotto ogni forma al rispetto del benessere animale? 

Il Ferragosto degli animali è ancora questo: maltrattamento ma, si badi bene, nel nome della tradizione, a cui tutto è concesso. Come è possibile che a fronte di una evidente situazione fuori dal tempo e dalla storia, la veterinaria pubblica resti a guardare? Da una parte ci fa piacere che  l’assessore comunale all’Ambiente, con delega al Benessere degli animali, Daniele Ialacqua, come apprendiamo da fonti di stampa, abbia inviato una lettera all’ospedale veterinario, all’Azienda sanitaria provinciale e alla Polizia municipale.

 Ma il cavallo, anzi, i cavalli che girano ancora sull’asfalto rovente c’erano anche prima. Il Comune ora vuole accertare la morte dell’equide, compresa la responsabilità del reato di maltrattamento. E si cerca anche se tardivamente, di sostituire questo criterio di divertimento umano con botticelle elettriche, in nome di un paese che ama definirsi civile. Meglio tardi che mai, purché si faccia presto e si tolgano i paraocchi a chi ha sempre visto e taciuto sulla consuetudine di trattare i cavalli come parco giochi a qualsiasi condizione, oggetto di crudeli riti al traino di tradizioni con profilo penale tollerate da amministratori e da chi deve garantirne il benessere.

Foto copertina: Ufficio Stampa LNCD

Share this article